Dopo anni di assenza, sulla SS 100 sono ricomparsi i segnali che indicano il confine di provincia tra Bari e Taranto. Al posto dei cartelli d’epoca che accompagnano i ricordi della mia gioventù, ora ci sono segnali fiammanti e a norma. Una notizia da chissenefrega, in apparenza. E invece è comica, visto che la segnalazione è riapparsa dopo anni proprio in un momento in cui la provincia di Taranto era tra quelle da abolire (abolizione ora congelata per un anno, secondo la versione del Ddl di stabilità che sta per essere approvata). Non solo: quel nuovo segnale indica soprattutto l’incapacità italica di darsi priorità, disastrosa in questi anni di crisi. Infatti, continuiamo a procedere per appalti per mettere a posto singoli tratti, con bandi che non tengono conto dell’esigenza di risparmiare sul superfluo (solo così si spiega l’aver messo anche un segnale che non è obbligatorio e serve a ben poco) per ricavare risorse necessarie a eliminare vere situazioni di pericolo che restano in attesa dei prossimi bandi (che a loro volta restano in attesa dei prossimi fondi e lì campa cavallo).
Dunque, in questa specie di economia di guerra in cui viviamo, dobbiamo imparare a darci delle priorità. L’argomento è stato opportunamente tirato fuori dal presidente dell’Aci, Angelo Sticchi Damiani, alla riunione del comitato di presidenza allargato della Finco, cui ho partecipato a Roma mercoledì 12 (ne è scaturito l’allarme-caos sui proventi delle multe, di cui ho scritto sul Sole di giovedì 13). Abbiamo concordato tutti (rappresentanti delle imprese che si occupano di manutenzione stradale e delle imprese di trasporto pubblico), denunciando che le priorità e altre cose fondamentali dovrebbe darle l’agenzia delle Infrastrutture, voluta dal governo Monti un anno fa e non ancora costituita perché quello stesso governo dei tecnici non è riuscito a trovare un presidente diverso da Pasquale De Lise, chiacchierato (sfiorato tra l’altro dalle indagini sulla Cricca) magistrato amministrativo. Complimenti ai tecnici!
Ma c’è un ulteriore problema: se domani per miracolo l’agenzia si mettesse a funzionare e ci dessimo regole per punire seriamente i gestori inadempienti, chi controllerebbe materialmente che vengano messi solo i segnali necessari, che vengano eliminati quelli sbagliati o pericolosi, che vengano sostituiti prima i guard-rail peggiori eccetera? Personalmente, ricordo quando tutto poggiava sull’organizzazione territoriale dei Provveditorati alle opere pubbliche ed era come svuotare il mare col secchiello. Ora che non possiamo contare nemmeno su quelli, chi ci salva?