Il "pasticcio del Traffiphot" non è ancora chiuso. Dopo il mio post sulla vicenda, ho ricevuto questa gentile richiesta di rettifica da una legale romana, per conto dell'azienda che ha fatto approvare e ha commercializzato in Italia questo rilevatore di velocità.
-“Multe da annullare per sette anni: il pasticcio del Traffiphot III Sr”, pubblicato sul blog mauriziocaprino.blog.ilsole24ore.com in data 01.06.2010.
Relativamente alle pubblicazioni citate, al fine di fare luce sulle questioni ivi trattate, preme in primo luogo rilevare che il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti non ha adottato, secondo quanto chiarito dallo stesso con nota n. 3195 del 11.06.2012, alcun parere che metta in dubbio la legittimità delle sanzioni amministrative comminate per eccesso di velocità laddove venga rilevato a mezzo di Traffiphot III SR e Traffiphot III SR Photo R&V utilizzati in modalità automatica non presidiata.
Il documento citato nell’articolo del 26 maggio u.s. non è un parere a carattere generale, ma semplici chiarimenti (nota 2626 del 21 maggio) forniti dal Ministero ad una società operante nel settore che ne ha fatto richiesta. Peraltro, nello stesso si ribadisce la conformità dei dispositivi in oggetto con la legislazione in materia nonché la loro efficienza.
Contrariamente all’interpretazione data all’articolo da quanti si sono rivolti alla nostra società al fine di ottenere spiegazioni, lo stesso Ministero, in entrambe le note, scrive che a tutt’oggi non è stato mai chiamato ad intervenire per segnalazioni o denunce relative all’utilizzo dei dispositivi approvati a nome della Lindblad&Piana S.r.l.
Infatti, quello che nell’articolo può apparire un caso o una novità risulta, invero, già chiaro dalla documentazione, all’epoca, allegata alla domanda di approvazione presentata al Ministero e dal manuale d’uso con il quale i Traffiphot vengono commercializzati. Nondimeno anche dalla semplice lettura del decreto di approvazione dei rilevatori in esame è agevole constatare come all’art. 4 si chiarisca espressamente, con una formula ampia, che tali dispositivi possono essere utilizzati in automatico, senza l’ausilio degli organi di polizia stradale, “solo su tipi di strada ove tale modalità di accertamento è consentita”.
Fin qui la precisazione dei diretti interessati. Io però faccio notare che in realtà il problema da me sollevato resta: il Traffiphot è stato commercializzato e scelto dai Comuni prevalentemente per farne un utilizzo automatico non presidiato da agenti e non sempre gli organi di polizia che lo hanno fatto installare si sono curati di verificare che il controllo della velocità fosse effettuato in un punto dove il limite è uguale per tutti i veicoli.
In sostanza, l'apparecchio funziona bene ed è conforme alle caratteristiche dichiarate dal costruttore sia nella domanda di approvazione rivolta a suo tempo al ministero delle Infrastrutture sia nel manuale d'uso. Ma io di questo non avevo dubitato. Se qualche organo di polizia ha utilizzato l'apparecchio in punti dove non ci sono limiti locali uguali per tutti, questo non è un problema del costruttore, perché le leggi e le loro interpretazioni dovrebbero essere conosciute prima di tutto a chi i controlli li fa e mette la propria firma sotto i verbali.
Il tutto fermo restando che la normativa sulla materia ha avuto troppe evoluzioni nell'ultimo decennio, non di rado illogiche e che hanno colto di sorpresa molti addetti ai lavori, che non sempre ne hanno valutato subito tutte le conseguenze. Speriamo che l'attesa direttiva ministeriale sulla velocità riesca a delineare in modo chiaro ed esaustivo le procedure da seguire per rispettare al meglio questa normativa, che il ministero da solo non può cambiare (dovrebbe intervenire il Parlamento).