Chi lo ha detto che il 50% dei proventi degli incassi da multe per eccesso di velocità non si può ancora destinare alla messa in sicurezza delle strade? La riforma del Codice, nello stabilire questo principio disponendo a questo scopo la devoluzione di metà dei proventi all'ente proprietario della strada, aveva precisato che per partire ci sarebbe voluto un decreto ministeriale attuativo. Che manca ancora e probabilmente non si vedrà mai. O, meglio, sta per arrivare, ma la devoluzione dei proventi verrà stralciata: questione troppo delicata, sia dal punto di vista pratico sia da quello giuridico. Meglio andare sugli altri aspetti che la riforma ha delegato al decreto, cioè il riassunto e l'aggiornamento della direttiva Maroni che dice come vanno fatti i controlli di velocità e, soprattutto, con quali vincoli.
Lo stralcio sta creando problemi alle aziende che si occupano di manutenzione stradale: sono in crisi nera e speravano almeno nei soldi delle multe perché i gestori delle strade spendessero qualcosa anche per loro (e per la sicurezza di tutti noi). Così ecco che, durante le Giornate della Polizia municipale (uno dei più classici meeting del settore, che si tiene a Riccione a metà settembre), Assosegnaletica ha lanciato la sua interpretazione: la devoluzione di metà delle multe alla messa in sicurezza delle strade è già possibile, quando il gestore "coincide" con l'organo accertatore. Per esempio, quando un misuratore di velocità in uso alla Polizia municipale opera su una strada comunale.
Onestamente, non credo che una simile interpretazione possa bastare. Se non altro perché il decreto attuativo tanto atteso deve disciplinare pure le modalità con cui ciascun ente locale deve trasmettere al ministero delle Infrastrutture il rendiconto annuale su come usa i soldi delle multe (tutti, non solo quelli dell'eccesso di velocità). Quindi, non si potranno applicare agli enti locali nemmeno le sanzioni (tagli del 30% degli incassi da velocità) previste dalla stessa riforma in caso di mancata trasmissione del rendiconto o di utilizzo dei soldi in modo difforme. Insomma, tutto resta come al solito: legato alla buona volontà dei singoli.
Pura utopia? In molti casi, sì. Ma c'è qualcuno che si dà da fare, nonostante tutto. Si è capito sempre al convegno di Riccione, dove il Comune di Castelbolognese (Ravenna) ha illustrato la sua iniziativa-pilota. Eccola, dal comunicato stampa di Assosegnaletica.
UNA BEST PRACTICE: COMUNE DI CASTELBOLOGNESE
Un modello di comune virtuoso che vuole utilizzare i proventi delle multe
per migliorare la sicurezza stradale ma che tra vincoli di bilancio e nuove
strette ha adottato anche iniziative originali a costo zero come i
lavoratori socialmente utili che aiutano i pedoni ad attraversare la via
Emilia. E' questa l'indicazione che è emersa a Riccione venerdi alla tavola
rotonda organizzata da Assosegnaletica nell'ambito del convegno nazionale
della polizia locale. Alla presenza di numerosi rappresentanti di comuni ed
aziende e del sindaco di Castelbolognese, è stato intervenuto sul tema
"Segnaletica e manutenzione stradale: come reperire le risorse" anche
il comandante dei vigili castellani Stefano Manzelli. Da circa un anno, ha
detto il Comandante, l'art. 208 del Codice stradale obbliga i comuni a
spendere almeno il 50% dei proventi delle multe per il miglioramento della
sicurezza stradale. Prioritariamente però, almeno il 12,50% dei soldi devono
essere spesi in segnaletica verticale o orrizontale. Castelbolognese ha
deliberato già a dicembre il rispetto di questi nuovi vincoli stringenti e
ha assencodato in pieno le finalità del codice, nel rispetto dei vincoli di
bilancio. Infatti anche le spese per la sicurezza stradale e la segnaletica
sono soggette al patto di stabilità e per questo motivo probabilmente non
riusciremo a spendere tutto quello che formalmente abbiamo impegnato, ha
spiegato Manzelli. Molto apprezzato dai presenti in sala l'avvio
dell'esperienza dei lavoratori socialmente utili, ovvero della nuova
possibilità per gli autisti pizzicati alla guida alterati di effettuare
prestazioni gratuite per il comune per evitare la confisca della macchina.
Interessante anche l'esperienza dei nuovi box autovelox posizionati in
centro abitato con prevalente effetto dissuasivo. Meglio di qualsiasi
segnale, a parere del comune. Per il futuro sarà il catasto della
segnaletica stradale, ha concludo il responsabile del servizio, ad impegnare
l'agenda dei vigili urbani castellani. Sempre in un'ottica di
razionalizzazione e risparmio a tutela però della sicurezza stradale come
obiettivo prioritario del comune romagnolo.