Un anno e mezzo non è bastato: dopo il richiamo degli scooter Kymco People che si spezzano in due, continuano ad arrivarmi segnalazioni di proprietari ignari che restano anche loro con i tronconi di telaio in mano, increduli. E, per fortuna, illesi (ma non si può sempre confidare nello stellone). La vicenda è brutta, ma è molto significativa di un certo modo di fare.
Fin dall'inizio avevo chiesto un richiamo e ci sono voluti due anni per ottenerlo. Ma era un richiamo pressoché occulto, come notai all'epoca. I fatti mi stanno dando ragione.
La sorpresa che traspare dalle segnalazioni di chi sta avendo il problema in questi mesi dice chiaramente che c'è ancora tanta gente che non sa di questo difetto grave e nemmeno troppo raro. Quindi tanta gente che rischia inconsapevolmente.
Certo, questo succede per tutti i difetti. Anche quelli più clamorosamente pubblicizzati: la storia insegna che la redemption (come i costruttori chiamano pomposamente la percentuale di esemplari potenzialmente difettosi che sono stati effettivamente portati in officina a seguito di un richiamo) non è mai del 100%. Nemmeno nei celebrati Usa della potente e temuta Nhtsa. Ma ci sono casi (nemmeno pochissimi) in cui questo è solo un comodo paravento: lo abbiamo visto sempre in questi mesi con le Matiz.
Per quanto riguarda i Kymco People, questo vale ancora di più. Non solo perché il richiamo è stato pubblicizzato omettendo il nome commerciale del modello, ma anche perché alcuni esemplari che si stanno spezzando in questi giorni sono dei 50 di qualche anno fa, quindi senza la targa attuale che consente di individuarne il proprietario attraverso vie ufficiali: qui fanno fede solo gli archivi clienti del costruttore e quindi emerge se e quanto un'azienda è organizzata.
Più in generale, ribadisco quel che scrissi 11 anni fa dopo una vicenda sintomatica che diede origine al sistema attuale di pubblicizzazione dei richiami: occorre sia inviare una raccomandata a casa del cliente sia dare tempestiva comunicazione all'Albo dei richiami ministeriale, che deve essere sempre tempestivamente aggiornato. Oggi, in epoca di e-mail e posta elettronica certificata, aggiungerei anche queste: non è possibile scrivere al cliente per mandargli messaggi promozionali e poi scordarsene bellamente quando sono in ballo cose importanti.