Avete visto la pubblicità di Autostrade per l'Italia che compare sui giornali in queste settimane? Una campagna per la sicurezza, che rivendica l'abbattimento della mortalità coinciso con gli investimenti fatti dopo la privatizzazione e chiede a noi utenti di "collaborare", guidando con responsabilità e prudenza. Ovviamente tra gli investimenti si cita il Tutor. E un occhio informato si accorge dell'abilità con cui è stata elusa una questione legale non da poco: la causa promossa da un piccolo imprenditore fiorentino, che rivendica il brevetto proprio del Tutor.
Romolo Donnini, titolare della Craft, aveva brevettato l'idea di un sistema di controllo della velocità media praticamente uguale al Tutor: cambia solo il fatto che al posto delle spire sull'asfalto ci sono più economiche e meno efficaci telecamere che elaborano le immagini. È soprattutto su questo che si è
giocata la battaglia legale, per ora favorevole alla società autostradale. Ma temo che ce ne sarà ancora. E comunque Autostrade per l'Italia uno spavento se lo è preso, se è vero che nel 2003 ha ritirato la sua domanda di brevetto, con una motivazione che sembra poco pertinente: dicono di essersi accorti di altri brevetti analoghi depositati all'estero, ma quando li citano ci si accorge che sembrano abbastanza diversi dal Tutor. Insomma, resta il sospetto che il ritiro fosse dovuto al sorgere della controversia con la Craft.
Sia come sia, la vicenda è delicata, anche perché Donnini non molla: ogni volta che qualcuno (ignaro giornalista o addetto ai lavori) attribuisce la paternità del Tutor al colossa autostradale, chiede rettifiche. E la conferma viene dalla pubblicità di questi giorni. Dove il colosso autostradale afferma di aver "ideato" il Tutor, ma poi con grande finezza comunicativa lo definisce "il primo sistema i controllo della velocità media a larga scala al mondo". Questo spiazza Donnini, perché lui è rimasto all'idea e non ha mai raggiunto la "larga scala".
Una riprova viene dal profilo di Atlantia (la holding di cui Autostrade per l'Italia fa parte): qui, a pagina 14, non si parla di larga scala, ma non si rivendica nemmeno d'ideazione del Tutor, vantando più sobriamente (e ineccepibilmente) di averlo sviluppato.
Insomma, parole che sembrano molto ben calibrate in funzione della controversia con la Craft.