Scherza coi segnali, ma lascia stare i limiti di velocità

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Mentre Paoblog ironizza sulla segnaletica milanese per prendersela in realtà (e amaramente) con la concezione che ne hanno i suoi concittadini, vi mostro questa foto che ho scattato qualche giorno fa sulla SS100, in provincia di Taranto. Da mesi l'Anas sta sperimentando i pannelli a messaggio variabile installati nell'utimo biennio e da qualche settimana vi vedo apparire la curiosa scritta "Contenere i limiti di velocità". Sembra evidente che sia un'esortazione a "rispettare i limiti di velocità", cioè a "contenere la (propria) velocità entro i limiti", come tutti abbiamo potuto leggere altre volte. In questo caso, invece, no. Così, stando al senso letterale, pare che l'Anas esorti se stessa a essere più restrittiva nel fissare i limiti. In ogni caso, un esempio di quanta attenzione ci voglia nel gestire strumenti ad alto potenziale come i pannelli a messaggio variabile in modo che possano essere percepiti come credibili dopo decenni in cui l'informazione sul traffico è stata carente su ogni tipo di strada italiana, gratuita o a pagamento.

Nell'operazione-credibilità non aiuta la segnaletica normale, che più volte abbiamo criticato in questa sezione del blog. Stavolta, visto che parliamo più che altro di bizzarrie, vi cito un caso in linea con questo spirito.


Siamo sempre in Puglia, sull'itinerario di grande comunicazione Bari-Lecce, praticamente l'unico che collega il Salento al resto d'Italia. Nel 2000 hanno finito di adeguarlo, mettendo insieme e ampliando tre statali, che oggi sono fuse insieme in un'unica superstrada a doppia carreggiata, aldilà delle rispettive denominazioni. E nel 2007 hanno fatto piccoli miglioramento che hanno reso possibile alzare il limite a 110, tranne su pochi brevi tratti in cui mancavano tutte le caratteristiche per poterlo fare. Uno di questi è quello che circonvalla Brindisi.

Chi proviene da Lecce, trova prima un giusto limite a 90 (c'è un brutto svincolo in curva che arriva dal porto ed è seguito da un distributore), poi il segnale di "fine strada extraurbana principale" (che implica il mantenimento dei 90 e in più indica la possibilità di trovare bici, trattori, motorini e quant'altro, teoricamente anche pedoni). Fin qui ci siamo. Il problema è che subito dopo che un "fine 90". E qui si entra nel dubbio: 90 è il limite generale ammesso sulle extraurbane ordinarie com'è il tratto in cui siamo. Quindi, non si capisce quale sia la velocità consentita. Qualcuno può anche sospettare che il "fine 90" preluda all'ingresso nel centro abitato. Nulla di tutto questo, invece. Quella resta per qualche chilometro ancora una extraurbana ordinaria (quindi 90 all'ora), prima di riprendere le caratteristiche di extraurbana principale (110). Insomma, una distrazione di chi – nel 2007 – ha messo la segnaletica. Nessuno ha ancora rimediato.

  • Giuliano Gavazzi |

    @GoldWing98, io mi riferisco al CdS, non come solfuro di cadmio, ma codice della strada, e in particolare all’art 141. Pur nella mancanza di illuminazione del legislatore (si veda per esempio il comma 4), non vi è in nessuno dei commi un’incitazione a superare i limiti di velocità.
    Ho comunque capito cosa intendi dire, ma mi spiace, la maggior parte dei limiti imposti in italia sono al di sopra delle caratteristiche delle strade, sia in città che in extraurbane, soprattutto quelle secondarie. La silenziosità e comfort interno delle automobili non sono un buon criterio per giudicare la pericolosità degli stessi mezzi.
    Quanto alla responsabilità, lo ripeto, è solo nostra: non mi pare di aver mai visto automobilisti guidare sotto la minaccia di arma da fuoco o altro… o forse quando circolano in città con all’orecchio un telefono, sono sotto gli ordini di una voce minacciosa che tiene la loro famiglia in ostaggio? Ora capisco perché guidano così male, poverini…

  • GoldWing98 |

    @ Giuliano Gavazzi. No, non è vero che, regolando “la velocità… in funzione delle condizioni (del traffico e altro)”, staremo “sempre sotto i limiti prescritti”.
    A volte staremo sotto, a volte sopra.
    E la responsabilità non è solo nostra, ma di tutti, secondo le circostanze.

  • Giuliano Gavazzi |

    Certo, i limiti sono spesso disseminati senza criterio. Ma anche incominciare a pensare con la propria testa? Il CdS prevede che la velocità venga regolata in funzione delle condizioni (del traffico e altro). Incominciamo a pensare: cosa posso trovare qui, quanto ci vuole per frenare, a che distanza può apparire un ostacolo? e a regolare di conseguenza la nostra andatura. Vedrete che starete sempre sotto i limiti prescritti e di circostanza. Forse vi aiuterebbe, quale allenamento, percorrere qualche statale o anche qualche strada urbana in bicicletta, tanto per fare l’esperienza di cosa voglia dire essere sorpassato da un veicolo a velocità eccessiva o distanza insufficiente. Per le autostrade invece, in mancanza di posti temporanei quali addetti ai lavori stradali, consiglierei di camminare sul confine della corsia di emergenza, dando le spalle al traffico… Per la città infine, cominciate a pensare che sul ciglio di ogni strada vi sono i vostri figli che giocano o son pronti ad attraversare. La responsabilità è nostra, non degli altri.

  • GoldWing98 |

    Non è un caso isolato: purtroppo non ho foto, ma l’ho visto in altre province.
    Davvero deprimente; che autorevolezza può avere la segnaletica stradale se chi dovrebbe gestirla si comporta in questo modo?

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