Queste sono settimane determinanti per capire se anche il prossimo autunno ci sarà penuria di gomme invernali come nel 2009 e nel 2010. Infatti, mentre fabbricanti di pneumatici e noleggiatori di flotte aziendali raccomandano di smontarle perché poco adatte alle temperature primaverili, negli stabilimenti sta partendo la produzione per la prossima stagione. Azzeccare i giusti quantitativi adesso è fondamentale: una volta acquistate le materie prime e attrezzate le linee, non si può cambiare in corsa. Quindi in estate, quando si torna a produrre solo gomme normali, non c'è più alcuna possibilità di modificare i lotti.
Fare scelte giuste per rispondere al boom di richieste non è solo una questione di prevedere come andrà il mercato: c'è da giostrare con la capacità produttiva degli impianti (che sono gli stessi delle gomme normali) e gli acquisti delle materie prima (per giunta in un momento di quotazioni internazionali molto alte).
In ogni caso, con la crisi economica, sono molti i settori che vorrebbero avere di questi problemi di saturazione degli impianti. E infatti in alcune fabbriche di gomme si assume ancora. Anche in Italia. Il personale dovrebbe servire a coprire con più flessibilità i turni di lavoro, ottimizzando le quantità prodotte per un mercato che ultimamente è arrivato a circa 26 milioni di pezzi (di cui 6,5 invernali).
Basterà per assicurare un buon assortimento di gomme invernali a ottobre-novembre, quando la domanda tornerà a fare boom? Non lo si può prevedere, anche perché dipenderà come sempre dalle condizioni climatiche. Per questo, il sogno dei produttori è che i pre-ordini fatti adesso dalla rete di distribuzione siano copiosi e accurati, ma bisogna fare i conti col cliente. Cui non è ancora possibile chiedere ora di impegnarsi all'acquisto tra sei mesi: sarebbe bello e anche necessario per accontentare tutti, ma non è nella mentalità collettiva e difficilmente ci entrerà (almeno nel medio termine).