Nelle ultime settimane, alcuni ultraottantenni con patente ancora valida vengono multati perché il documento sarebbe scaduto. Sembra una follia, invece è un equivoco causato dalla complessità della riforma del Codice, che ha richiesto alla Polizia stradale l'emanazione di una quarta circolare (datata 29 dicembre), il cui contenuto è stato preso alla lettera da qualcuno.
Dunque, la riforma dice che chi ha compiuto 80 anni può continuare a guidare solo se si sottopone a visita in Commissione medica locale (quindi non più dal medico abilitato, come continua ad essere per normalmente per i patentati) e ripete il controllo ogni due anni (invece dei consueti tre da sempre previsti dal Codice per gli ultrasettantenni). Ma è sottinteso che un ultraottantenne con patente rinnovata prima della riforma conserva la data di scadenza triennale acquisita secondo le vecchie regole (perché è un diritto acquisito) ed entrerà nel nuovo regime solo a partire dal prossimo rinnovo della licenza, che quindi dovrà effettuare in Commissione e varrà due anni. Fino a quel momento, è a posto.
La circolare del 29 dicembre (Scarica Circolare 29 12 2010) dà per scontato tutto questo e genericamente prescrive alle pattuglie di verificare se un ultraottantenne può guidare o no in base alla validità della patente o – quando si è in attesa della ristampa del documento – alla presenza del certificato rilasciato dalla Commissione. Qualcuno ha interpretato tutto questo come necessità di verificare che tutti gli ultraottantenni vadano subito in Commissione, anche se la loro patente è ancora valida. E il comando della Polizia municipale di Torino ha ritenuto opportuno chiarire esplicitamente che non è così.
Peraltro, ci saranno tanti casi di ultraottantenni con patente scaduta a causa dei tempi biblici delle Commissioni, ma lì è già stato chiarito che basta portare con sé la ricevuta della prenotazione della visita.
In ogni caso, c'è chi solleva dubbi sull'efficacia della visita biennale in Commissione, non solo perché i tempi lunghi di prenotazione la rendono di fatto triennale: Cesare Galbiati, del direttivo del Centro studi Cesare Ferrari dell'Unasca, su "Il Tergicristallo" (mensile della stessa associazione di agenzie e autoscuole) di novembre scorso ha dichiarato che l'anziano oggi ha bisogno della patente e tende a mentire ai medici che devono valutare la sua idoneità e non possono indagare a fondo sulla sua salute. Galbiati cita inoltre studi secondo cui il possesso dei requisiti psico-fisici non basta, perché occorre anche un supporto psicologico e sociale per non sentirsi inadeguati nel traffico moderno (caos, segnali nuovi, controlli automatici delle infrazioni, veicoli sempre più sofisticati e ricchi di funzioni e comandi) e, se non sono più in grado di guidare, per essere aiutati a muoversi con altri mezzi.