Stamattina il collega Vincenzo Borgomeo su "La Repubblica" ci illustra con un'inchiesta il percorso a ostacoli cui andranno incontro gli anziani per rinnovare la patente (http://www.repubblica.it/motori/sicurezza/2010/11/01/news/patente_anziani-8612374/), ora che la riforma ha stabilito che oltre gli 80 anni il rinnovo va fatto ogni due anni (anziché tre) e in Commissione medica locale (anziché alla Asl o dai medici abilitati che di solito operano presso le agenzie). Purtroppo non è tutto. Perché già da anni agli addetti ai lavori (alcuni dei quali hanno relazionato al Parlamento durante l'iter della riforma) è noto che le Commissioni sono oberate di lavoro per le altre funzioni che da sempre hanno avuto, cui ora si aggiunge pure la certificazione di talune patologie che danno ad alcune categorie di disabili (per esempio, quelli psichici e quelli con gravi limitazioni della capacità di deambulazione): il 23 aprile l'agenzia delle Entrate, con la circolare 21/E, aveva stabilito che si può andare anche in Commissione medica locale, in alternativa alla specifica commissione per l'accertamento delle invalidità prevista dalla legge 104/92. Un'altra decisione dovuta al collasso del sistema.
Ora il Parlamento ha aggiunto collasso al collasso e l'anziano che deve rinnovare la patente, se abita in una grande città, prenoterà la visita di rinnovo patente ottenendo un appuntamento dopo più di sei mesi. Quindi sarà visitato dopo quasi tre anni dal controllo precedente e nel frattempo potrà legalmente continuare a circolare. Proprio come prima della riforma!