A guardare le prime pagine dei giornali di oggi c'è da rimanere (piacevolmente) esterrefatti. Molti hanno pubblicato la foto altamente simbolica di Alessandro Profumo che lascia la sede di Unicredit in auto e si vedeva molto bene che sedeva sul sedile anteriore e aveva le cinture allacciate. Fatto molto raro per un vip italiano, mentre altrove ci sono "addirittura" ministri che allacciano "persino" le cinture posteriori, impunemente ignorate dagli italiani di qualsiasi "rango", censo e cultura (http://mauriziocaprino.blog.ilsole24ore.com/2009/12/lo-scoop-del-sole-il-ministro-inglese-con-la-cintura-posteriore-allacciata.html#tp).
La cosa è tanto più stupefacente se si pensa che l'auto era praticamente ferma nel punto da dove è partita: in circostanze simili, molti trovano la scusa che non si erano ancora allacciati ma lo hanno fatto pochi secondi dopo, una volta presa velocità (e comunque le cinture sono obbligatorie "in qualsiasi situazione di marcia", dice il Codice, per evitare penosi e pericolosi allacciamenti "volanti"). Altro fatto raro è che Profumo abbia preso posto su una "banalissima" Audi senza vetri oscurati (anche se magari non era l'auto su cui solitamente si muove).
Insomma, aldilà dell'appoggio della grande stampa sulle intricate vicende di Unicredit, soci libici, partner tedeschi e fondazioni bancario-partitiche italiane e nonostante le accuse di arroganza e le ombre su investimenti troppo rischiosi di cui si parlò allo scoppio della crisi del 2008, credo che ai nostri fini Profumo meriti un complimento.