Il supervigile elettronico svizzero e le omologazioni italiane

Quello che leggete sulla prima pagina del Sole-24 Ore di oggi (http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2010-08-03/super-radar-Trafistar-SR590-130845.shtml#comments) non è una novità per gli addetti ai lavori: il TraffiStar, che a Ginevra potrà controllare velocità, passaggi col rosso, sconfinamenti di corsia, violazioni dello stop e mancate precedenze ai pedoni sulle strisce, non è altro che un'applicazione della tecnologia di riconoscimento delle scene, il cui primo assaggio gli italiani lo hanno già avuto nel 2001 col sorpassometro. La stessa tecnologia (che consiste nell'addestrare il software a riconoscere e segnalare determinati comportamenti visibili nelle immagini riprese dalla telecamere ad esso collegata) è utilizzata per il controllo del territorio, per esempio per scoprire movimenti sospetti in una stazione della metropolitana o in un'area di servizio. Un grande Fratello, insomma. Ma in Italia lo vedremo mai?

I dirigenti della Multanova (azienda svizzera produttrice dell'apparecchio e nota in tutta Europa per i suoi radar misura-velocità degli anni Settanta, presto soppiantati in Italia dagli Autovelox) dicono per per ottenere l'omologazione in Italia ci vorranno 12-15 mesi. Ma io posso dirvi che questi sono solo i tempi medi italiani. In realtà, per apparecchiature molto complesse, si moltiplicano le richieste di documenti di prova e certificazioni da parte del ministero delle Infrastrutture. Così ci sono richieste di omologazione giacenti da oltre due anni. E le lunghe polemiche di questo periodo sui "semplici" rilevatori di passaggio col rosso (con strascico di ricorsi e indagini giudiziarie) fanno immaginare che il ministero starà molto prudente e si prenderà tempi ancora più lunghi (anche perché con la riforma del Codice della strada ci sono decreti attuativi da emanare e, gira e rigira, tutto va sempre sulle spalle delle stesse persone). Ritengo poi molto probabile che si arrivi a un'omologazione parziale (cioè solo per alcune infrazioni) o con prescrizioni.

  • giancar |

    e potrei aggiungere a quanto detto bene da Simone di suggerire al costruttore del nuovo apparecchio di inserire nel software anche un altra funzione.
    Un “discriminatore” che capisca se chi sta andando oltre il limite di velocità, sta passando con il rosso o sta investendo il pedone voglia in realtà compiere l’infrazione o magari sta semplicemente guardando da un altra parte o è distratto dalla fotografia della ferilli.
    E’ il famoso “elemento soggettivo” della violazione.
    Se io ammazzo il pedone ma in quel momento sto pensando a mia zia malata pagherò i danni (forse) ma non la sanzione (perchè non era mia intenzione farla).
    Badate bene non è fantascienza (anche se lo sembra) è quello che sostengono fior di esperti e vari GdP (non più ostili).
    A proposto, secondo voi, anche in egitto fanno cassa ?

  • simone |

    Conosco benissimo lo strumento, l’ho visto funzionare già da prototipo. Presentato agli addetti nel marzo 2010. Accanto a me c’era un commerciale Egiziano che già pensava a quante installazioni potevano fare nel suo paese. Quando il Presidente di Multanuova mi ha chiesto cosa ne pensavo, per il mercato italiano ho semplicemente risposto che per funzionare bene erano necessarie le riprese frontali e che in Italia erano “precluse” generando lo stupore della sala. Poco prima il mio collega Egiziano aveva magnificato la possibilità di zoom sulla faccia del conducente fino alla sua sicura identificazione. Gli ho detto che in Italia c’erano stati casi di Enti Pubblici (ho fatto nome e cognome) che si sono visti arrivare la Stradale al Comando per controllare se continuavano ad utilizzare i rilevatori anche nella corsia frontale. Mentre magari la stessa PS (senza rendersene conto per carità) usa strumenti che non rispettano le prescrizioni minime delle loro stesse omologazioni. Sono qui.

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