Gli estremi per chiudere il caso c'erano tutti: una serata di divertimento, un giovane (19 anni, operaio) alla guida che trasporta gli amici verso un locale, un verbale dei Carabinieri che parla di guida imprudente per spiegare la causa dell'incidente costato la vita al conducente stesso. E invece, dopo due anni e mezzo, il giudice per le indagini preliminari di Vicenza, Stefano Furlani, ha rinviato a giudizio il capo dell'ufficio tecnico del Comune di Noventa Vicentina, omicidio colposo, in concorso con la vittima.
In sostanza, il gup ha riconosciuto l'errore del giovane, che dopo un lungo rettilineo ha affrontato in modo inadeguato una curva che non può averlo sorpreso perché era visibile. Peraltro, il ragazzo era della zona e quindi probabilmente sapeva anche che quella era una curva che richiedeva attenzione. Però il giudice ha ritenuto che forse, se ci fosse stato un regolare segnale di "curva pericolosa", quel guidatore avrebbe avuto un motivo in più per adeguare il suo comportamento, salvandosi la vota.
Ovviamente bisognerà poi vedere come si chiuderà il processo. Ma la vicenda dimostra che talvolta – pur in un Paese dove spesso nessuno è responsabile di nulla – anche i gestori di strade rischiano.
P.S.: un grazie a Francesco Matera per la segnalazione.