Alla Stradale del Piemonte assicurano di aver avvisato le alte sfere della Polizia municipale di Torino: quel sopralluogo con cui era stato dato l'ok all'installazione di un controllo automatico di velocità era stato fatto male, perché quella strada è da classificarsi urbana ordinaria, categoria per la quale la legge ammette solo apparecchi presidiati da agenti. La telefonata della Polstrada è stata fatta a fine aprile, quando avevo sollevato il problema su questo blog e sul Sole-24 Ore Nord Ovest. Correttamente, il dirigente regionale della Stradale, Valerio Patrizi, aveva ammesso l'errore (che poi non è stato nemmeno suo, perché all'epoca dei fatti lui prestava servizio altrove). E la Polizia municipale? Nulla, prosegue imperterrita: ho chiesto aggiornamenti all'ufficio stampa del Comune, che ha confermato che il Tutor è ancora acceso, ha fatto notare che sinora non è giunta alcuna nota ufficiale (la telefonata di avvertimento della Stadale non bastava almeno per bloccare tutto in via cautelativa, almeno per difendersi meglio da una non impossibile accusa per abuso d'ufficio?) e ha concluso che per ora tutto l'impegno dei vigili è sulla zona a traffico limitato.
Tutt'altra aria a Firenze, dove – mi segnala Paolo Giachetti – la Prefettura ha appena completato la revisione delle autorizzazioni ai controlli automatici avviata ad agosto 2009, dopo l'emanazione della direttiva Maroni che sollecitava maggior rigore. Il risultato è clamoroso: le autorizzazioni sono scese da 319 a 144, cioè ben 175 in meno. La stampa locale lo spiega parlando di criteri più rigorosi, ma attenzione: non è che la direttiva Maroni abbia fissato nuovi paletti, semplicemente ha invitato a rispettare quelli che la legge 168 aveva già fissato nel 2002. La direttiva era stata emanata proprio perché era diventato chiaro che in non pochi casi quei paletti non erano stati rispettati, ma i numeri di Firenze ci dicono che le irregolarità sono la maggioranza. Salvo pensare che i controlli automatici abbiano fatto scendere il numero di incidenti a livelli
tanto tranquillizzanti da non giustificare più i controlli stessi (tra i requisiti necessari per l'autorizzazione c'è appunto l'incidentalità del tratto in questione). O che molte strade siano state nel frattempo migliorate (gli altri requisiti sono le caratteristiche della strada e l'assenza di spazi per fermare in sicurezza i trasgressori). Ma mi sembrano alternative utopistiche.