Il problema se lo sono anche posto: i tecnici che hanno scritto la manovra economica hanno capito che i caselli necessari per riscuotere i pedaggi che stavano introducendo su autostrade Anas e raccordi autostradali non si possono costruire dalla sera alla mattina. Nemmeno chiamando Bertolaso. Infatti, non si tratta solo di fare uno spiazzo e metterci sopra dei baracchini, ma anche di installare sensori e telecamere in grado di riconoscere il tipo di veicolo e individuare chi non paga. Senza contare che su arterie come il Raccordo anulare mancano gli spazi. Così si è deciso che, almeno in via transitoria, il pedaggio non sarà altro che una maggiorazione dell'importo da pagare alle barriere delle autostrade confinanti.
Quindi potrà succedere quello che si vede già sulle tangenziali di Milano: i pendolari si metteranno pazientemente in coda per uscire allo svincolo prima della barriera, in modo da non pagare.
Inoltre, ci sono tratti Anas dove non c'è alcuna autostrada a pedaggio confinante. Penso soprattutto all'A29 Palermo-Trapani-Mazara del Vallo: la barriera più vicina sta a una sessantina di chilometri abbondanti, sulla Palermo-Messina. E servirà già per riscuotere il pedaggio introdotto sulla Palermo-Catania. Dunque, chi usa l'autostrada tra il capoluogo e Messina dovrebbe pagare per altre due arterie. Già non sembra giusto che chi si fa i 60 disastrati chilometri tra Messina e Catania e lì si fermi debba coprire pure chi va gratis dall'Etna a Palermo. Ma pagare addirittura per altre due tratte potrebbe essere troppo. Vedremo come il decreto ministeriale di attuazione scioglierà il nodo.