Tutto il mondo è paese. Come mi segnala Francesco Matera, anche Bruxelles è entrata nell'elenco della capitali europee a imporre il limite di 30 all'ora in una cospicua parte del centro storico: lo ha fatto su tutte le stradine, lasciandone fuori solo i due viali di attraversamento. E anche a Bruxelles è polemica.
Chi lo avrebbe mai detto? I belgi non sono certo dei fulmini al volante e la limitata larghezza delle strade toccate dall'iniziativa non lascerebbe pensare che sia poi una gran rinuncia doverle percorrere a 30 all'ora: la velocità media attuale non dovrebbe essere molto più alta, anche se all'estero pure le strade strette sono più veloci delle nostre, causa la sosta selvaggia molto meno diffusa.
E invece anche a Bruxelles si litiga. La maggior parte dei contestatori se la prende perché si sente "in gabbia". Ma ci sono pure gli ambientalisti, che protestano per il motivo opposto: loro avrebbero voluto i 30 all'ora anche sui due viali di attraversamento. Insomma, proprio come succede sempre in Italia. Ma siamo sicuri che la nostra viabilità sia come quella di Bruxelles? Forse, come in tante cose della vita, persone e comunità diverse usano le stesse parole per descrivere situazioni e dire cose profondamente differenti, che però vivono allo stesso modo. Per questo, spesso, gli esseri umani poi non si capiscono tra loro.