Tra le notizie più "gettonate" di oggi c'è lo scandalo patenti facili scoppiato a Foggia. Leggendo le cronache, potreste restare impressionati dal fatto che i titolari delle due autoscuole coinvolte suggerivano le risposte giuste ai loro allievi tramite walkie-talkie, tanto che gli stessi poliziotti hanno battezzato quest'operazione col nome di queste ricetrasmittenti. Vi potrebbe colpire pure il fatto che, nei casi più disperati, si è arrivati a falsificare i documenti in modo da far entrare nell'aula dell'esame non il vero candidato, ma un sostituto in grado di rispondere ai quiz. Ma in realtà questi dettagli "spettacolari" non sono affatto preoccupanti. Anzi, tranquillizzano. Perché dimostrano che, da quando la Motorizzazione ha imposto di tenere gli esami nelle sue sedi (anziché nelle autoscuole) e in aule appositamente attrezzate, l'unico modo per truccare i test è usare i walkie-talkie, ma è facile scoprirli: basta che gli agenti si appostino vicino all'unica aula.
Piuttosto, colpisce che il bubbone sia scoppiato un'altra volta a Foggia, dove ce n'era stato già uno enorme nel '96. Ma evidentemente le indagini e le condanne servono a poco: uno dei personaggi coinvolti (e condannati) all'epoca, un ufficiale medico dell'Aeronautica che firmava certificati d'idoneità fisica fasulli, pochi anni dopo era stato "promosso" ad assessore regionale (all'Urbanistica, mica alla Sanità) dall'allora governatore Fitto. Inoltre, Foggia è la città dova di fatto la Provincia ha iniziato a occuparsi di agenzie di pratiche auto (su cui per legge deve vigilare) pochi mesi fa, ossia 19 anni dopo l'entrata in vigore della legge che disciplina la categoria. Secondo i bene informati, non sembra sia solo una questione di scarse risorse, ma anche di problemi ad arginare un'illegalità quotidiana e diffusa: agenzie che prendono corsie preferenziali portando le pratiche direttamente a casa dei funzionari, controlli omessi o lenti eccetera eccetera.
In un ambiente del genere, non stupisce che – a quanto pare – le mazzette siano state intascate pure dal direttore della Motorizzazione. Anche perché non è la prima volta che un direttore provinciale è recidivo perché fu coinvolto in uno scandalo scoppiato a Ravenna nell'87: a mia memoria, l'ultimo caso analogo è capitato un paio di anni fa a Ragusa. Certo, le leggi impediscono di ostracizzare a vita un dipendente pubblico infedele. Tanto più se quest'infedeltà risulta solo dagli atti di un'indagine, non seguiti da una condanna penale. Però un po' più di vigilanza su persone già chiacchierate ci vuole: se davvero si dimostrerà che ha preso soldi negli ultimi mesi (come paiono mostrare i filmati della Polizia) dubito che dall'87 a oggi questo direttore si possa essere sempre comportato in modo irreprensibile.
Infine una nota: chi stava corrompendo il direttore voleva una patente "superiore" (C per camion o D per bus). Nulla di strano: il Foggiano è pieno di autisti improvvisati che vanno per strada in estate, quando ci sono da trasportare vagonate di pomodori dai campi locali alle industrie conserviere campane. Su camion vecchi "lanciati" sulle curve appenniniche della A16. Viva la sicurezza!