Si apre una crepa nella credibilità dell'etilometro. Sinora vi ho dato conto solo dei dubbi di un comitato di cittadini veneti (http://mauriziocaprino.blog.ilsole24ore.com/2009/12/gli-etilometri-sono-sballati-forse-ma-va-dimostrato-seriamente.html), basati su un loro esperimento e su alcune teorie che circolano all'estero. Adesso la novità è che una giudice di Ancona, Lorena Volpone, ha recepito in una sentenza (Scarica Sentenza alcoltest Pescara) queste teorie, annullando ogni sanzione per un guidatore trovato positivo all'etilometro. Un caso di applicazione "estrema" del principio di libero convincimento del giudice, che stavolta nel valutare le prove è stato tanto libero da scavalcare quella sorta di presunzione di infallibilità dell'etilometro legata al fatto che il Codice della strada lo riconosce come strumento in grado di dimostrare che una persona si trova in stato di ebbrezza.
In sostanza, all'omologazione dell'etilometro la giudice di Ancona contrappone le teorie che confutano il principio in base al quale funziona l'apparecchio: la legge di Henry, che determina la quantità di alcol presente in un liquido in base alla quantità di alcol misurata in un vapore che sta a contatto di quel liquido. Intendiamoci: nessuno dice che la legge di Henry sia sbagliata, solo che non sarebbe applicabile nel caso dell'etilometro perché:
– il liquido cui essa fa riferimento è l'acqua, mentre nel caso dell'etilometro è il sangue;
– la temperatura alla quale è stato misurato il rapporto tra alcol nel sangue e alcol nell'aria è 34 gradi.
A mio parere, sentenze così possono anche essere giuste, a patto che specifichino che negli atti le forze di polizia fanno riferimento solo al test dell'etilometro, senza parlare di altri indizi (loquacità eccessiva, difficoltà di equilibrio e coordinamento motorio eccetera) che facciano presumere l'ebbrezza.
Tornando alle questioni più strettamente scientifiche, ci sono poi alcune teorie di fisiologia umana che mettono in discussione altri aspetti su cui si basa l'etilometro, come la forma e il volume delle vie respiratorie, che variano da persona a persona. Infine, la verà quantità di alcol nel sangue pare vada calcolata anche in funzione di quanto tempo è trascorso dalla sua ingestione, parametro che nessuno conosce quanto si fa il test dell'etilometro su strada.
Di queste teorie sentiremo parlare anche nei prossimi mesi, perché è previsto che venga in Italia a illustrarle Michael P. Hlastala, dell'Università dello Stato di Washington, che sta a Seattle (Usa).
Nel frattempo, domani sera ad Arcugnano (Vicenza) ci sarà un test pratico aperto al pubblico (http://88.213.189.20/attachments/405_bere%20consapevole1.JPG): si farà bere alcol ad alcune persone, che verranno sottoposte contemporaneamente sia all'etilometro sia all'analisi del sangue, in modo tale da vedere se i risultati coincidono. Gli organizzatori si aspettano che non coincidano, io sarò lì a controllare. In ogni caso, è chiaro che per raggiungere evidenze con valore scientifico inoppugnabile occorrerà che le autorità facciano test molto più estesi e in laboratorio. La prova di Arcugnano, se positiva, potrà servire proprio per chiedere questi approfondimenti.
Immagino non sarà facile ottenerli.
Prima di tutto perché, se si dimostrasse inoppugnabilmente la fallacia dell'etilometro, che ne sarebbe delle migliaia di euro pagate finora da ciascun guidatore condannato in base alle risultanze dell'apparecchio (quando ci sono ci mezzo le analisi del sangue è diverso, anche se qualcuno dubita – in misura minore – pure di quelle)? E chi risarcirebbe i danni relativi al periodo di sospensione patente? E se addirittura qualcuno fosse finito in galera (nei casi più gravi, la condanna alla reclusione – che c'è sempre – viene effettivamente scontata e non resta solo teorica)? Peraltro, non si potrà nemmeno concludere che tutti i positivi all'etilometro fossero in realtà sobri: una parte di loro certamente era davvero in stato di ebbrezza. Insomma, un rompicapo giuridico.
E poi c'è il fronte politico. Questo Governo si divide tra un'anima votata (almeno negli slogan) alla "tolleranza zero" e una più incline alla "libertà" (intesa come "licenza di fare senza troppi vincoli"). La spaccatura si è vista pure sull'alcol: una delle prime misure adottate dopo l'insediamento del Governo, a maggio 2008, è stato un giro di vite (pacchetto Maroni), con confisca del veicolo nei casi più gravi e ri-penalizzazione del rifiuto di sottoporsi al test. Ma l'anno scorso un ministro dello stesso partito di Maroni (Lega), Luca Zaia, si è scagliato contro l'etilometro e il rigorismo (http://mauriziocaprino.blog.ilsole24ore.com/2009/09/i-due-bicchieri-del-ministro-zaia-fanno-male-secondo-me-s%C3%AC.html). In mezzo, molti elettori del Nord, che notoriamente è un'area in cui si beve e molto. Imbarazzante, vero?