C’è ancora tanto da chiarire sulle omologazioni degli apparecchi automatici di controllo sulle infrazioni stradali: il 23 febbraio vi ho ammorbati con un lungo articolo sui punti ancora controversi della materia (http://mauriziocaprino.blog.ilsole24ore.com/2010/02/balducci-paolo-berlusconi-il-tutor-leggero-e-le-altre-magagne-degli-apparecchi-automatici.html), ma non ho ancora scritto tutto. Già, perché sono testimone del fatto che diatribe ci sono da almeno 15 anni. Non ve ne farò una cronistoria. Piuttosto, vi racconto un piccolo episodio avvenuto nel luglio 2009: penso dimostri che le omologazioni possono avere aspetti poco chiari non necessariamente perché qualcuno fa imbrogli come quelli che vi ho scritto il 23 febbraio e di cui “Il Fatto Quotidiano” continua a scrivere in questi giorni.
Avevo appena pubblicato il post “Quando un autovelox va tarato e quando no” (http://mauriziocaprino.blog.ilsole24ore.com/2009/07/quando-un-autovelox-va-tarato-e-quando-no.html) e venni contattato da un gentile membro del tanto vituperato Consiglio superiore dei lavori pubblici (quello che rilascia pareri sulle omologazioni chieste al ministero delle Infrastrutture), all’epoca presieduto da quell’Angelo Balducci che abbiamo conosciuto nelle intercettazioni sugli scandali della Protezione civile. Nel post avevo fatto notare che è difficile raccapezzarsi sull’obbligatorietà della taratura per ogni singolo modello di apparecchio, perché per alcuni di essi non c’è alcun obbligo particolare, mentre per gli altri bisogna scartabellare sia il decreto di omologazione (che è pubblico) sia il manuale d’uso (che non lo è). Ribadii tutto questo a voce all’ingegnere, che convenne con me e mi spiegò che il Consiglio si era solo premurato di affrontare la questione dal punto di vista tecnico, senza curare l’uniformità formale dei decreti. Infine, si era impegnato a recepire le mie osservazioni per il futuro, cosa che può essere indizio di buona fede.
Per questo, quando si parla di lacune nelle altre omologazioni (come la mancata prescrizione di un tempo minimo di tolleranza sui rilevatori di passaggio col rosso o l’assenza di certe componenti dai prototipi depositati), non sono automaticamente portato a pensare che ci siano sotto particolari imbrogli. Ovviamente sono pronto a ricredermi. Ma sono materie delicate e tecniche: prima di lanciare accuse, è bene avere tutti gli elementi in mano. Si spera che la magistratura li stia raccogliendo con la dovuta pazienza e attenzione.