Con qualche mese di ritardo, è finalmente partita l'attesissima sanatoria per la valanga di multe arretrate ancora giacenti a Roma. Come segnalano le cronache locali degli ultimi due giorni, con l'arrivo ai cittadini delle lettere di invito ad aderire alla sanatoria cominciano a emergere le crepe dell'operazione.
Innanzitutto perché le lettere contengono un'indicazione "a tradimento": nel ricordare che si può regolarizzare in modo agevolato la propria posizione anche se c'è un ricorso in atto, si dice al cittadino che dev'essere lui ad avvisare l'ufficio del giudice di pace che si è avvalso della sanatoria e che quindi il procedimento giudiziario va fermato. All'inizio pareva che dovesse essere il Comune a passare in automatico la comunicazione. E sarebbe stato più logico, se è vero che la sanatoria non è stata presentata come un'iniziativa spot in attesa che il bubbone si riformi, ma come il modo per smaltire l'arretrato per sempre, visto che contestualmente l'ufficio del giudice di pace è stato informatizzato (con un pesante intervento anche da parte del Csm) e messo in collegamento con la Polizia municipale.
Il secondo problema è che secondo i legali della Cgil le lettere sono state inviate anche a chi non deve pagare. Per esempio, a chi ha un verbale andato in prescrizione o un ricorso già vinto. Dunque, il Comune non avrebbe tenuto fede alle promesse secondo cui avrebbe "ripulito" gli archivi da tutte le pretese ingiustificate. Non so se e quanto questo sia vero: per esperienza, so che le variabili in gioco sono tante e quindi può esserci in giro di tutto e un caso non è come un altro. Aspettiamo le segnalazioni dei singoli cittadini per capire che cosa è successo davvero. Intanto invito tutti a diffidare delle generalizzazioni: possono ingannare chi si trova in una situazione diversa.
P.S.: proprio adesso la collega Debora Rosciani di Radio24 mi ha sottoposto il caso di una povera signora modenese che ha scritto alla sua trasmissione "Salvadanaio" percheé ha ricevuto dai vigili di Roma il solito verbale sballato (come al solito avevano sbagliato a trascrivere nel sistema informatico il numero di targa dell'effettivo trasgressore, omettendo come al solito di controllare se il modello di vettura corrispondesse, nonostante da un decennio sbandierino di fare questo ulteriore controllo, che il Codice della strada non impone). Sì, mi sa che il Caaf della Cgil ha ragione…