Ecco come possono truccare i semafori

La vicenda della signora che ha vinto fino in Cassazione nonostante fosse passata abbondantemente col rosso vi era sembrata complicata? Bene, allacciate le cinture: la settimana scorsa, quando ve ne ho scritto, ho lasciato fuori ulteriori dettagli delicati, che non avevo il tempo di spiegare. Eccoli qua, adesso che qualche Comune si sta preoccupando di possibili sviluppi delle inchieste oenali in corso, tanto da chiedere al ministero delle Infrastrutture che ne sarebbe delle multe irrogate qualora si dimostrasse che i rilevatori non sono in regola (il ministero ha ovviamente risposto che sarebbe tutto nullo, lo ha fatto con la nota del 17 gennaio protocollata col numero 3872/2010).

Fermo restando che la signora ha torto marcio, va detto che è stata multata con un apparecchio che è ha una sola omologazione ma si può trovare in due versioni diverse senza che sia chiaro quale delle due sia quella effettivamente utilizzata. Infatti, l'Ftr è nato con una sola spira di rilevazione (annegata nell'asfalto subito dietro la striscia di arresto) e anche in questo assetto originario ha avuto l'ok ministeriale per funzionare completamente in automatico (cioè non presidiato da agenti). Subito dopo l'omologazione per il funzionamento automatico, però, il costruttore ha proposto ai Comuni una seconda spira, da mettersi subito prima della striscia. I vantaggi sono due:

– la spira aggiunta certifica che quando è scattato il rosso il veicolo doveva ancora iniziare a oltrepassare la striscia (molti ricorsi si basavano sul fatto che l'unica spira che c'era prima non garantiva che il passaggio non fosse avvenuto col giallo, anche se l'apparecchio si attiva con un certo ritardo rispetto all'accensione del rosso);

– si riesce a misurare la velocità di transito (attraverso il tempo trascorso tra il passaggio sulla prima spira e quello sulla seconda), il che consente di escludere i transiti che avvengono sotto i 20 all'ora (cautela garantista dovuta al fatto che questi transiti così lenti potrebbero preludere a una fermata del veicolo dopo la striscia ma prima di completare l'attraversamento, quindi l'infrazione sarebbe solo il mancato fermo entro la striscia, che non è sanzionabile con apparecchi automatici; in realtà chi conosce il sistema va a passo d'uomo e così la fa franca).

Il sistema, dunque, è garantista. Ma, in certi casi-limite, può anche essere regolato per ingannare i guidatori. Infatti, il decreto di omologazione contiene alcune prescrizioni d'installazione, ma non si spinge fin nei dettagli. D'altra parte, non può essere troppo rigido perchè questi sistemi non sono "semplici" rilevatori di velocità: dovendo dare certezza dei passaggi col rosso, devono essere installati secondo le caratteristiche di ciascun incrocio e quindi dettagli come la posizione delle spire e il ritardo di attivazione rispetto al rosso sono lasciati ai calcoli degli installatori.

Chi volesse giocarci per fare più multe sarebbe in teoria fermato dal fatto che comunque le foto consentirebbero a un occhio esperto di risalire al trucco. Ma potrebbe anche non essere così. Prima di tutto perché, causa privacy, la foto non vanno inviate ai cittadini, ma mostrate solo a chi si prende la briga di chiederle, per cui teoricamente un accertatore particolarmente temerario o distratto può inviare verbali anche a chi ha ragione. E poi si può giocare anche con ubicazione e orientamento del semaforo: tecnicamente si può passare ed essere fotografati col rosso appena scattato credendo che ci sia ancora il giallo, perché talvolta si può perdere la visibilità del semaforo prima del solito. Forse, se molte indagini delle Procure sulle multe ai semafori non sono ancora finite, si deve anche all'esigenza di approfondire questi aspetti. Vedremo.

P.S.: tutto questo, anche se fosse davvero dimostrato, non toglierebbe che il problema nasce dalla furbizia dei guidatori, che sfruttano il giallo al pelo. A un Comune che voglia far soldi basta sfruttare questa inveterata e pericolosa abitudine. L'ho scritto più volte e lo ribadisco.

  • Cristina |

    Buongiorno,
    so di commentare su un post ormai “datato” e non sono neppure certa che sia la sede per chiedere consigli. Comunque ci provo.
    Mi reputo un’automobilista modello: in dieci anni di patente, mai presa una multa, neppure per divieto di sosta, mantengo le distanze di sicurezza in modo quasi maniacale, dò la precedenza anche ai pedoni più “scapestrati” e kamikaze, ecc. Cose che dovrebbero essere nella normalità, ma decisamente rare nella realtà.
    Qualche giorno fa, passando sotto un semafoto segnalato come “controllato elettronicamente”, ho preso un giallo. Il giallo è scattato quando mi trovavo a circa 2-3 metri dall’attraversamento e viaggiavo a 40 km/h. Impossibile, dunque, fermarmi se non in modo rocambolesco e pericoloso.
    Oggi mi sono presa la briga di controllare la durata del giallo, recandomi sul posto a piedi e dotata di cronometro professionali. Durate: solo 1 secondo e 20 decimi.
    Per la Vs. esperienza, è probabile che venga “mazzulata”? Posso informarmi preventivamente per un eventuale ricorso?
    La ringrazio infinitamente.
    [risponde Maurizio Caprino] Se il giallo dura davvero un secondo e 20 centesimi, non c’è dubbio che lei ha ragione: per prassi non si scende mai sotto i quattro secondi (tre in qualche caso particolare), valori indicati dal famoso studio prenormativo del Cnr. Il dato è tanto anomalo da far presumere che ci sia un malfunzionamento del semaforo. Ritengo quindi opportuno segnalare la cosa sia al corpo di polizia municipale che ha irrogato la sanzione sia al comando provinciale della Polizia stradale, che ha una sorta di potere di controllo sull’operato dei vigili.

  • Gian Carlo Ariosto |

    “Infine, come fanno negli altri Paesi dove hanno anche loro il giallo a quattro secondi? Certo, tengono la distanza di sicurezza. Ma non è che a furia di multare otterremo lo stesso risultato anche noi?”
    Caro Caprino, purtroppo credo di no: se – basandosi solo sulle fotografie – si multa chi passa il semaforo con il giallo che sta diventando rosso, e non chi lo segue troppo da vicino (ma che vedendo accendersi il giallo con qualche metro in più da percorrere, e magari non avendo un suo simile che lo tallona, riesce a fermarsi giusto sulla linea di arresto) come potremmo ottenere lo stesso risultato?
    Ci vorrebbe l’agente che osservando l’incrocio rilevasse l’infrazione all’art. 149 del CdS e multasse il tallonatore, ma qui lasciamo la realtà ed entriamo nel mondo dei sogni…
    [risponde Maurizio Caprino] Se si cominciasse ad applicare il 149 a tappeto, si otterrebbe un solo risultato: ingolfare i giudici di pace. Invece, suggerisco di giudicare i controlli automatici a regime: dopo i tamponamenti della fase iniziale, tutti – tallonati e tallonatori – si rendono conto che il controllo c’è sul serio e si danno una calmata. E’ come col Tutor: se ti togli dalla testa l’idea di correre, non hai più motivo di tallonare e sfanalare. Certo, spiace si debba arrivare a tanto (se tutti rispettassimo la distanza di sicurezza e le altre norme di comportamento, potremmo alzare senza problemi i limiti di velocità), ma di fronte a ignoranza e indisciplina non vedo altre soluzioni praticabili nel breve.

  • Gian Carlo Ariosto |

    Caro Caprino, il vero problema è la eccessiva brevità del giallo, spesso funzionale all’aumento delle multe, e soprattutto il sistematico mancato rispetto delle distanze di sicurezza, che rende estremamente pericoloso frenare di botto quando si vede accendere il giallo in prossimità dell’incrocio. A Brescia ci sono numerosi semafori controllati elettronicamente, ma le foto scattano solo dopo un paio di secondi dall’accensione del rosso, quando si accende il verde per gli altri, e il giallo per le auto viene preannunciato dal giallo per i pedoni, che si accende qualche secondo prima consentendo alle auto in arrivo di rallentare. Risultato? Sicurezza e poche multe!
    [risponde Maurizio Caprino] Ma la gran parte dei conducenti non sa che l’apparecchio scatta solo dopo due secondi. Senza contare che basare la previsione di accensione del proprio rosso sull’indicazione di un’altra lanterna dello stesso incrocio (diversa da quella che regola il proprio flusso) non può avere validità generale: dipende da com’è fasato ciascun impianto.
    Infine, come fanno negli altri Paesi dove hanno anche loro il giallo a quattro secondi? Certo, tengono la distanza di sicurezza. Ma non è che a furia di multare otterremo lo stesso risultato anche noi? In fondo, se siamo arrivati a una situazione in cui nessuno rispetta le regole, è perché venivano fatte rispettare solo sporadicamente, direi quasi casualmente.

  • antonio menegon |

    Caprino
    L’approvazione da parte del Ministero di una apparecchiatura ha un iter di questo tipo
    1.Il postulante presenta domanda alla motorizzazione , descrive apparecchiatura e funzionamento, allega quanto ritiene utile od opportuno comprese prove e verifiche di enti terzi ecc.
    2.La domanda è sottoposta ad una prevalutazione, può essere respinta subito, rimessa al postulante con richiesta di integrazioni o inoltrata al Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici per valutazioni di merito e di rispondenza a requisiti generali.
    3.Ritorna al motorizzazione, che inoltra per l’approvazione alla Direzione Generale o respinge motivando.
    4.Se la domanda è accolta, contenuto della domanda, integrazioni, prescrizioni eventuali diventano vincoli stringenti il cui mancato rispetto è motivo di eventuale giudizio.
    5.La la ditta si fa obbligo di deposito di uno o due campioni e del manuale descrittivo di funzionamento, tutti elementi di raffronto per verifiche e comparazioni ex post con quanto poi realizzato, attivate da soggetti legittimati.
    Questo pacchetto è caratterizzato da elementi di forma e di merito, ogni violazione dell’una o dell’altra necessita di pronuncia amministrativa e/o giudiziaria.
    Qui entriamo nel limbo di pareri divergenti e contraddittori, di procedimenti da inserire nell’asse ereditario, nella terra di tutti e di nessuno.
    Qualsiasi ditta che apporta anche una miglioria a quanto depositato, prudentemente deve dotarsi di estensione dell’approvazione.
    Ma per anni sono state utilizzate scorciatoie, qualcuno ora presenta il conto.
    Eltraff inserisce la seconda spira per limitare falsi o dubbi rilievi d’infrazione, diminuendo il contenzioso con un intervento conforme allo spirito della legge. Questo nel merito.
    Nella forma, cioè in linea di diritto credo esistano aspetti discutibili.
    Non sarò certo io a discutere di aspetti marginali, insistendo sul minor cessat si finisce per trascurare l’ ubi major.
    Il discorso dei flash ed illuminatori è diverso, si fanno foto e riprese notturne.
    Ecco quindi che semafori che di notte erano disattivati, ora funzionano 24/24 ore.
    Il Ministero, sostiene che gli apparecchi devono essere approvati,e certificati da ente terzo. Gran parte delle ditte montano senza preventiva autorizzazione celando sul loro uso decisivo in alcune ore del giorno, solo successivamente quando qualcuno si lamenta le ditte chiedono l’approvazione. Implicita conferma di rilevanza.
    Come nel caso delle spire esistono differenze tra il prima ed il dopo, tra manuali e modelli depositati. Quindi sempre lesione della forma, ma questa volta anche nella sostanza, perchè l’intervento è in contrasto allo lo spirito della legge.
    L’inserimento avviene solo per fare più sanzioni, altrimenti i semafori dovevano funzionare anche prima per ore 24/24.
    Anche prima l’intersezione doveva essere illuminata, certamente non ad infrarosso che nulla serve alla sicurezza, ma solo per erogare gentile e volontario obolo al Comune.
    Possibilità di abbagliamento? E’ ora di finirla con il cavillificio, prima potevo anche concordare ma adesso comando io.
    Antonio Menegon

  • antonio menegon |

    Caprino
    Nessuna delle apparecchiature utilizzate è conforme al modello depositato, deposito che si estende ad apparecchiatura, descrizione di funzionamento, manuale.
    Sembra un’asserzione partigiana, ma è esito di ricognizione effettuata apparecchiatura per apparecchiatura.
    Il più delle volte le approvazioni nascono tarate, con errori omissioni e contraddizioni in istruttoria. Deficit che si protendono in un’unica direzione, certamente quella di diminuire il contenzioso ma anche aumentare il numero delle infrazioni rilevate.
    Lei cita il caso della spira che poi ha figliato, le propongo un altro spunto. Provi un po’ a guardare cosa è successo con flash ed illuminatori.
    Gli illuminatori ad infrarossi sono particolarmente interessanti, servono ad illuminare la scena per rientrare nel range di sensibilità della telecamera, cosa che si potrebbe meglio ottenere con normali lampioni.
    Però l’utente che vede un posto maggiormente illuminato potrebbe insospettirsi.
    L’infrarosso garantisce minor percezione ma più pesci nella rete.
    Illuminatori e flash devono essere approvati pure questi, devono avere caratteristiche di non abbagliamento o di danno alla vista(infrarosso), pertanto sono soggetti a verifica preventiva da parte di ente terzo. Non possono essere omologati a parte perchè interagiscono e sono pilotati dall’apparecchiatura principale.
    Per Eltraf e Vistared il Ministero ha approvato le apparecchiature illuminanti con un’estensione dell’omologazione, posteriori di anni rispetto al loro effettivo utilizzo.
    Manuali, apparecchiature depositate, descrizioni di funzionamento certamente non sono conformi tra il prima ed il dopo estensione.
    Antonio Menegon
    [risponde Maurizio Caprino] Se si accertasse che è davvero così, potrebbero esserci problemi di sicurezza (abbagliamento dei conducenti), ma non capisco come tutto ciò possa aumentare le infrazioni rilevate: personalmente, per esempio, io m’insospettisco di più se sono nel buio. Anche la seconda spira – lo ribadisco – dovrebbe solo dare una garanzia in più.
    Inoltre, siamo sicuri che le differenze non riguardino componenti in libero commercio fungibili indirrerentemente l’una con l’altra?

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