L’altro giorno vi ho promesso qualche idea per superare il caos sui controlli automatici ai semafori e –soprattutto – la reciproca e insanabile diffidenza che vedo crescere tra controllori e controllati. I problemi sono prevalentemente l’ubicazione degli apparecchi di controllo (a volte si scelgono incroci non in base alla pericolosità, ma al numero di infrazioni che si commettono, in modo da massimizzare gli incassi) e il rischio che il doppio scatto che le fotocamere devono fare per documentare ciascuna violazione non basti a far emergere eventuali situazioni in cui il guidatore sia stato costretto a passare col rosso (per esempio, l’essere totalmente condizionati dal traffico circostante e lo spostarsi per fare strada a un veicolo che passa a sirene spiegate). Su quest’ultimo punto, peraltro, verte la discussa sentenza 27414/09 della Cassazione, quella che la settimana scorsa ha affermato che persino i controlli automatici dovrebbero avvenire in presenza di agenti.
Quanto alla scelta degli incroci, sarebbe bene che venisse fatta nell’ambito di un elenco di punti pericolosi fissato dal prefetto sulla base di studi seri portati avanti dagli organi di polizia (com’è dall’autunno 2002 per i controlli automatici di velocità, anche se per un bel po’ alcuni prefetti sono andati avanti con superficialità e gli studi seri sono perlopiù cominciati l’anno scorso dopo la direttiva Maroni). Se questa proposta non vi suona nuova, sappiate che se ne parlò nel 2007, quando un ufficio del ministero dell’Interno scrisse proprio che dovevano scegliere i prefetti; ma non era un suggerimento o un auspicio, bensì un errore di lettura della legge 168/02 (che riguardava solo i controlli su velocità e sorpassi, non quelli sui semafori) e quindi cadde nel dimenticatoio.
Quanto alle foto, oggi non ce n’è più bisogno: rispetto al 2003-2004 (periodo a cui risalgono l’attuale normativa e gran parte delle omologazioni), oggi sul mercato sono arrivati anche apparecchi dotati di telecamere in grado di documentare istante che cosa sucdede all’incrocio. Inoltre, mi risulta che si stanno studiando anche telecamere da abbinare ai rilevatori che oggi funzionano con fotocamera (e ovviamente da omologare prima di metterle in funzione). Quindi si potrebbe imporre per legge che i rilevatori possano avere solo la telecamera, lasciando ai Comuni un paio d’anni di tempo per adeguarsi nel modo più indolore possibile: alla scadenza, nessun apparecchio con macchina fotografica dovrebbe più essere consentito.
Vi piacerebbe se si facesse così? Sappiate che per ora è solo un’illusione: il corposo Ddl sulla sicurezza stradale in discussione al Senato al momento non contiene nulla di tutto ciò ed è difficile che possa venire integrato a questo punto del suo iter, pena un ulteriore allungamento dei suoi tempi di approvazione.