Questa farà discutere un bel po': oggi la Cassazione (sentenza 48004/09) ha confermato la condanna per guida sotto l'effetto di droga nei confronti di una persona risultata positiva al test ma non sottoposta a una visita medica "di convalida". Spieghiamo meglio: dal punto di vista tecnico, il grande punto debole degli accertamenti sull'uso di droghe alla guida è da sempre il fatto che con le analisi più comuni non si riesce a capire né quando l'interessato ha assunto queste sostanze né se esse stiano ancora facendo effetto al momento in cui la persona è stata fermata mentre guidava. Per questo, l'articolo 187 del Codice della strada prevede che per far scattare il reato occorra dimostrare non solo l'assunzione delle sostanze (col test), ma anche lo "stato di alterazione psicofisica" del conducente.
La questione affrontata oggi dalla Cassazione riguarda proprio quest'ultimo punto: come si fa a certificare lo stato d'alterazione? La Corte ha ritenuto che basti il rapporto con cui gli agenti descrivono determinati sintomi tipici (nel caso in questione, gli occhi rossi e lucidi) e non sia necessaria una visita medica specialistica (solo uno specialista può dare ragionevoli garanzie che gli occhi siano rossi e lucidi per la droga e non per stanchezza, raffreddore, allergia o mille altri motivi).
Ma, per arrivare a una decisione del genere, ritengo che si debba disporre di risultati di test al di sopra di ogni sospetto, cioè più sofisticati – per esempio – del normale esame delle urine e per questo in grado di datare con una buona approssimazione l'assunzione della droga. Così ha pensato un gup del Tribunale di Bologna, nella sentenza n. 1422 del 17 giugno scorso (grazie a Marisa Marraffino per avermela segnalata!), che ha assolto un guidatore trovato positivo al solo esame delle urine senza che poi venisse effettuato un test cromatografico. Probabilmente è giusto rinunciare alla visita medica solo quando gli esami sono abbastanza indicativi.
Tra il dire e il fare, però, c'è di mezzo il mare: dovete pensare alla pattuglia che becca il sospetto drogato, lo accompagna in ospedale, chiede di fare analisi immediate, si sente rispondere che se ne possono fare solo alcune, chiede se c'è un medico specializzato e scopre che non c'è o che è occupato eccetera. Sembra facile…