In quel gran tritacarne che è la cronaca, i fatti vengono riferiti in poche parole, spesso in modo freddo: alla lunga, per noi giornalisti impegnati a riempire pagine, tutte le notizie diventano uguali (diventano come per i salumieri sono le fette di prosciutto da incartare). Nelle rare inchieste che i mezzi d'informazione regalano ai lettori, si tende a sorvolare sui fatti singoli, fornendo solo le statistiche generali, altrettanto fredde (quando non addirittura errate o non pertinenti, ma questo è un altro discorso). Così stasera voglio raccontarvi brevemente la storia di una delle tante truffe alle assicurazioni che si fanno qui al Sud.
Nel migliaio di pagine che riassumono l'indagine sul riciclaggio di denaro mafioso che coinvolge anche la Bari-bene (ve ne scrissi due settimane fa), un paio sono dedicate a un episodio "curioso". Come sapete, i boss risultano ufficialmente poveri o quasi ma sono pieni di soldi, tanto da avere il problema di riciclarli. Ciò significa che, quando vogliono comprarsi una bella macchina, non possono utilizzarli: le forze dell'ordine indagherebbero su come hanno fatto a permettersela col reddito ufficialmente basso che si ritrovano e li incriminerebbero per riciclaggio. Michelangelo Stramaglia, figlio di un boss tra i più in vista nei sobborghi a sud di Bari, era in questa situazione a fine 2007, quando si è "invaghito" della nuova coupé Audi A5. Su consiglio di "amici" scaltri e ben introdotti nell'ambiente automobilistico, ha dato la sua Bmw serie 3 (comprata di seconda mano solo pochi mesi prima stipulando un finanziamento, anche in questo caso per nascondere la capacità di pagare in contanti cifre elevate) a un demolitore compiacente e ne ha denunciato il furto. Ha così ottenuto dalla Carige (la compagnia che assicurava la Bmw) 33mila euro, che gli sono serviti da base per mettere insieme i circa 50mila euro che la Finanza stima fossero necessari per comprare la A5.
Dalle intercettazioni sembra di capire che il concessionario Audi di Bari fosse a conoscenza di che tipo di cliente avesse di fronte e quindi avrebbe acconsentito a consegnare la A5 anche prima che arrivassero i soldi della Carige. Quanto a quest'ultima, saremmo portati a dire che avrebbe dovuto denunciare la truffa. Ma come può essersene accorta? Certamente non dopo una segnalazione della sua agenzia di Valenzano, il paese degli Stramaglia: credo che nessuno si metterebbe contro il boss del paese per denunciare una traffa da "soli" 33mila euro.