Ai garantisti per ideologia verrà voglia di protestare, ma la procedura che hanno escogitato a Torino per i casi gravi di alcol alla guida – a ben guardare – è la più garantista possibile. Come mi segnala l'amico Francesco Matera (grazie!), la locale Procura fa mettere subito all'asta i veicoli sequestrati a chi viene colto con un tasso alcolemico superiore a 1,5 grammi/litro, reato per il quale dal maggio 2008 è prevista la confisca. Quindi, non si aspetta la sentenza definitiva di condanna (che tramuta il sequestro in confisca), ledendo in apparenza i diritti del trasgressore.
Ma in realtà, se ben applicata, questa procedura è l'unica cosa degna di un Paese civile che si possa fare in casi del genere. Infatti, in Italia i processi durano tanto e questo vale pure per reati non particolarmente complicati da giudicare, come la guida in stato d'ebbrezza. Durante tutto il tempo necessario per arrivare alla sentenza, il veicolo resta sotto sequestro (giustamente, perché è una forma di cautela e di deterrenza), le cui spese sono a carico del trasgressore. Se il processo dura anni, quest'ultimo si svena (o "sparisce", inducendo il titolare del deposito a chiedere la liquidazione alla Prefettura) e lo Stato non guadagna nulla dalla vendita del bene confiscato che è rimasto a deteriorarsi per tutto questo tempo. Quindi, ci perdono tutti: meglio vendere subito e depositare il ricavato su un conto vincolato. Se arriverà una condanna lo incamererà lo Stato, se ci sarà un'assoluzione sarà restituito al cittadino, che in teoria potrà così comprarsi un altro veicolo (anche se quei soldi non basteranno per riaverne uno uguale a quello confiscato).
Attenzione, comunque. Tutto ciò vale solo considerando che la guida in stato di ebbrezza è un reato per il quale chi viene denunciato ha altissime probabilità di essere condannato. Per questo la Procura di Torino (e altre più piccole prima di lei) ha scelto l'asta immediata. Ma, come vi ho raccontato una settimana fa, sta montando il sospetto che il test dell'etilometro non sia affidabile. Nel dubbio, quindi, sarà meglio andare all'asta immediata solo se l'ebbrezza è dimostrata da analisi del sangue. In caso di etilometro, appare prudente quantomeno chiedere il consenso al trasgressore.