Nella giusta battaglia mediatica contro l'alcol alla guida, si parla ormai tanto. Così polemiche (o presunte tali) come quella di ieri tra il ministro dell'Agricoltura Luca Zaia e il segretario generale della Fondazione Ania Umberto Guidoni (Scarica ANIA NESSUNA POLEMICA CON ZAIA SERVE IMPEGNO DI TUTTI CONTRO INCIDENTALITA' STRADALE) sull'effettiva pericolosità dell'alcol sono nel conto.
Ma a monte di tutto c'è un problema: la mancanza di dati precisi. Spesso si parla del fenomeno sulla base di dati o stime nazionali. E invece ci sono realtà dove si beve meno che in altre e la priorità va data ad altro. Per esempio, l'anno scorso vi ho scritto che nei pattuglioni sulla Riviera romagnola la quota di guidatori trovati positivi all'alcol-test si aggira sul 10% dei controllati. Da indiscrezioni che ho raccolto a Napoli, pare invece che in Campania la quota sia di circa il 3%.
Questo va tenuto in considerazione anche nelle statistiche sui controlli: si tende a gettare la croce addosso a chi ne fa pochi e in generale questo non è sbagliato, ma prima occorrerebbe accertarsi se nella zona dove si controlla poco ci siano altri problemi che hanno una giustificata priorità.