Stasera l'Aci ha divulgato le prime statistiche di sempre sulla rischiosità delle strade italiane: i dati che avevamo finora erano basati solo sul numero degli incidenti, mentre ora si è riusciti a mettere in rapporto questa cifra col volume di traffico, per calcolare la probabilità che ciascuno di noi ha di rimanere coinvolto in un sinistro percorrendo un certo tratto (Scarica Sinistri per milioni ACI-EuroRAP). Ne esce peggio di tutti il caotico tratto semi-urbano dell'Autosole a nord di Napoli, seguito dal meno caotico ma sempre semiurbano inizio dell'A5 (da Torino a Ivrea).
Alcune precisazioni. Questi dati sono ancora un indice solo parziale di pericolosità, perché tengono conto solo del numero di incidenti (che su tratte autostradali congestionate e corte sono tanti) e non della loro gravità (che presumibilmente sulle autostrade attorno a Napoli e Torino è bassa, perché nel traffico intenso le velocità non possono essere alte nemmeno volendo). Inoltre, Napoli risente della sua efficienza: Regione Campania e Aci si stanno muovendo molto bene e hanno messo su il primo sistema statistico avanzato d'Italia, che ha la "controindicazione" di dire la verità (rileva anche gli incidenti che sfuggono al sistema tradizionale). Infine, so che ci sono difficoltà a ottenere dall'Anas i dati sul traffico, per cui gli indici calcolati per le statali potrebbero risentirne.
Per tutti questi motivi, non mi stupirei se nei prossimi anni ci fossero rivoluzioni: questa è la prima volta che in Italia vengono tirati fuori i dati di traffico per ricavare quelli di pericolosità (forse è stato fatto per non sfigurare in Europa, visto che l'Aci li aveva chiesti ai gestori stradali per una ricerca su scala europea) e quindi potrebbe esserci bisogno di un collaudo.