Vi ho spiegato più di una volta che uno dei punti deboli del Codice della strada nei confronti dei guidatori più pericolosi sta nel meccanismo della revoca della patente: anche chi subisce questa sanzione (che a prima vista sembra la più grave e definitiva possibile) può tornare legalmente a guidare, purché attenda almeno un anno, chieda un nuovo foglio rosa e superi i conseguenti esami come se fosse un neopatentato. Il maxi-Ddl sicurezza stradale, che sarà discusso la settimana prossima in commissione Trasporti alla Camera (e sarà una discussione quasi decisiva, perché avverrà in sede deliberante), potrebbe allungare sensibilmente il periodo di appiedamento. Nel frattempo, la Motorizzazione un piccolo allungamento lo ha deciso per quel poco che può: alla richiesta di chiarire a partire da quale momento esatto decorra l'anno che deve passare prima di poter prendere una nuova patente, ha risposto (circolare n. 58741 del 9 giugno) che non va considerato il giorno di notifica del provvedimento prefettizio di revoca, ma l'ultimo giorno utile per fare ricorso contro di esso. Se poi l'interessato decide effettivamente di fare ricorso e il giudice di pace gli dà torto, va invece considerata la scadenza del termine per impugnare la sentenza di questo stesso giudice.
In soldoni, considerando i tempi tecnici e gli arretrati della giustizia, chi non fa ricorso dovrà attendere un paio di mesi in più per poter cominciare l'iter per la nuova patente, chi lo fa e perde potrebbe dover attendere anche più di un anno.