Per anni ho scritto che i signori che si facevano immatricolare automobili (anche di lusso) come autocarri, oltre a eludere il fisco, violavano anche il Codice della strada, che riserva questo tipo di veicoli al solo trasporto di cose e delle persone addette all'uso delle medesime. Per altrettanti anni, c'era chi mi faceva notare che in realtà il Codice non conteneva alcun divieto esplicito. Di striscio, faccio notare che tesi del genere erano accolte con più favore e ampiezza sui giornali specializzati su suv e fuoristrada, cioè le vetture più facilmente spacciabili per autocarri (sarà per caso perché campano in buona parte della relativa pubblicità?). La questione restava nel limbo, perché raramente le forze dell'ordine punivano i furbetti dell'autocarro in base al Codice (si preferiva fare accertamenti fiscali). Ma qualche multato c'è stato e uno di loro ha sfidato il Codice fino alla Cassazione. Che gli ha dato torto, come leggete nelle sentenza (Scarica Sentenza Cassazione su 82). Ora state soprattutto attenti a queste auto sul mercato dell'usato: se ne trovate una, diffidate perché non ci potrete portare su la famiglia. Salvo che non vogliate prendervi un rischio di multe, che andrebbe compensato da un congruo sconto sul prezzo di acquisto.
Mi aspetto che qualcuno mi faccia notare che le sentenze della Cassazione valgono solo per il caso specifico e che qui i giudici hanno citato il comma sbagliato dell'articolo 82 del Codice della strada. Tutto vero. Ma mi pare che il principio generale sia stato sufficientemente delineato. E sarà difficile che in futuro arrivi una sentenza di segno diverso: casi del genere vanno ad esaurirsi, perché dal 3 ottobre 2006 il decreto Visco-Bersani ha introdotto una misura antielusiva (gli autocarri con determinate caratteristiche sono fiscalmente equiparati alle autovetture, quindi il giochino diventa inutile) che – salvo qualche eccezione – ha funzionato.