Sarà un caso, ma il 17 febbraio ho ricevuto un comunicato della Maggioli Editore che annuncia il suo "Secondo rapporto sulle esternalizzazioni nella Pubblica amministrazione". Che c'è di strano? La Maggioli era appena finita nella bufera per l'inchiesta di Verona sui "semafori truccati" in tutto il Nord, per il servizio di verbalizzazione che fornisce a molti Comuni. Senza contare che da anni ne sentivo parlare dagli addetti ai lavori in modo sospettoso (soprattutto per i costi alti addebitati al trasgressore). Dunque, anche se il comunicato stampa non parla di multe, può essere che sia il primo sia il secondo rapporto fossero iniziative presentate alla stampa (tantissime aziende agiscono così) per giustificare agli occhi dell'opinione pubblica il proprio business, che tra l'altro potrebbe probabilmente andare benissimo anche senza il servizio di verbalizzazione: la Maggioli è una delle più stimate case editrici specializzate in pubblicazioni consultate da forze dell'ordine e professionisti della circolazione stradale in generale.
Analizziamo la questione con calma, senza cedere al sensazionalismo.
Il servizio di verbalizzazione affidato a privati, di per sé, non è né vietato né disdicevole. Si tratta di ricevere dai vigili le immagini scattate dagli apparecchi di controllo (il T-Red, nel caso dell'inchiesta di Verona), visualizzarle, cercare nelle banche dati pubbliche le generalità dei proprietari dei veicoli fotografati e, sulla base di questi, redigere verbali da restituire poi ai vigili. Questi ultimi, oltre a curare che la società privata abbia "trattato" tutte le immagini consegnatele, devono esaminare foto e verbali per convalidare gli accertamenti uno per uno (controllando, per esempio, che i numeri di targa siano giusti, che i verbali che riguardano autovetture corrispondano a foto che ritraggono autovetture e che non ci siano indizi – come la presenza di due auto nella stessa immagine autovelox – che consigliano l'annullamento del fotogramma) e notificarli (eventualmente affidando le spedizioni agli stessi privati). Rivolgersi ai privati può essere in alcuni casi un modo per rendere più efficienti le operazioni, perché spesso libera vigili che così possono svolgere servizio in strada e fare sicurezza e perché consente di quantificare un costo altrimenti occulto (molti Comuni non si rendono conto di quanto costa tenere un vigile alla scrivania).
Nell'inchiesta di Verona è invece emerso che c'erano comandi che emettevano formalmente migliaia di verbali in pochi minuti, segno che la convalida di fatto non avveniva e che quindi ci si affidava completamente al privato. Spesso lo si fa solo perché l'ufficio verbali non regge il passo, ma è comunque scorretto. Non è un caso se la Polizia stradale, da sempre, riduce i servizi di rilevazione della velocità quando i propri uffici verbali sono intasati.
Mi rendo conto che ci sono Comuni che hanno solo due vigili e che non per questo devono rinunciare a fare multe con sistemi automatici, specie se hanno una statale trafficata e/o pericolosa che attraversa il loro abitato: hanno il dovere di garantire la sicurezza dei loro abitanti. Ma ci sono altri sistemi per farlo. Per esempio, fare un'Unione di Comuni o, più semplicemente, consorziarsi con altri Comuni vicini per mettere su di fatto un Corpo di polizia municipale unico, più efficiente.