Credo sia dovere di un giornalista segnalare al pubblico tutto ciò che ammazza la sua professione. Compresi gli episodi di scarsa qualità dell'informazione: i lettori devono essere messi in condizione di capire, affinché (si spera) puniscano chi lavora male e sostengano chi cerca di lavorare bene. Per questo, vi segnalo pagina 28 del quotidiano gratuito E-Polis di oggi, edizione Roma. Vi troneggia un articolo (richiamato anche in prima pagina) il cui titolo fa capire che i romani non stanno molto considerando gli incentivi in quanto non hanno soldi e quindi preferiscono riparare la vecchia auto. Non si capisce quale indagine o – perlomeno – quale esperto osservatore del mercato ci sia dietro quest'affermazione e non c'è una sola cifra che la supporti. Anzi, qualche riga dopo si citano numeri che sembrano suggerire il contrario.
Sono le statistiche Confartigianato sul numero di officine che hanno chiuso in Italia negli ultimi anni, facendo perdere 20mila posti di lavoro. Infatti, a botte d'incentivi, si sta contribuendo a distruggere un'intera categoria, già colpita dal diffondersi dell'elettronica sulle auto. E, in mezzo a tante difficoltà economiche, purtroppo non stupirebbe se qualche riparatore usasse pezzi scadenti per essere competitivo nei prezzi. A scapito della sicurezza.
Questi sono i veri fenomeni che rappresentano la faccia nascosta degli incentivi. Nessuno ne parla e quindi sono da portare all'attenzione del pubblico. Spiace oltremodo che i colleghi di E-Polis li abbiano solo sfiorati, peraltro dando l'impressione di non essersene nemmeno accorti.