Uno degli sport preferiti dagli italiani (esperti e non) quando parlano di sicurezza stradale è dire la loro sulle rotonde. Certo, l’argomento si presta a discussioni ed è importante: precedenze, frecce, traiettorie, visibilità. Tutta roba importante per la sicurezza. Ma si trascura sempre un aspetto importante per stabilire la reale pericolosità delle rotonde: la segnaletica. Che disorienta, creando ulteriori pericoli. Da Nord a Sud. Ecco due casi estremi.
Nord, periferia di Milano. Fervono (da anni) i lavori per la viabilità connessa alla nuova Fiera e da poco hanno aperto una nuova rotonda. Se pretendete di seguire anche su questa rotatoria i segnali che stavate seguendo da qualche chilometro per andare verso viale Certosa, avrete una sorpresa: se va bene, vedrete il cartello solo all’ultimo momento, perché è coperto (se non ricordo male) da un palo. Può essere che sia solo un problema transitorio, dovuto al fatto che i cantieri continuano, ma – almeno nella Milano che si prepara grandiosamente all’Expo 2015 – è lecito pretendere di meglio.
Sud, centro di San Severo (importante paese del Tavoliere foggiano). Dovevo riprendere l’autostrada, cioè la strada più importante che passa lì vicino. Entrato in una rotonda, ho trovato un primo segnale verde per l’autostrada che mi invitava a continuare a girare, poi un altro uguale e poi più nulla. Così ho continuato a percorrere la rotonda, ritrovandomi al primo segnale verde, poi al secondo e così via. Per tre o quattro giri, il tempo di capire che non ero io a non vedere il cartello verde che indicava la strada da prendere in uscita dalla rotatoria: semplicemente, non ce n’era uno. Vagando per il paese, ho scoperto anche di peggio: la strada giusta era proprio quella che stavo percorrendo prima di arrivare alla rotonda, quindi io lì non dovevo proprio arrivarci. Ma mancava un segnale anche su quella strada, per cui mi avevano mandato diritto fino alla rotonda. Eppure cercavo solo l’autostrada, non la frazioncina di campagna. Senza parole.