Divaghiamo un attimo rispetto alla sicurezza stradale e occupiamoci di mobilità in generale. Mi ha scritto un lettore milanese lamentando che in città le nuove tessere elettroniche ricaricabili ora prevedono una sosta minima di mezz’ora: un salasso per chi – come lui – è solito parcheggiare solo per pochi minuti. E, soprattutto, una contraddizione rispetto alla giustificazione che c’è dietro il dilagare delle strisce blu: "Le mettiamo – dicono sindaci e assessori – per indurre la gente a sostare il meno a lungo possibile, in modo che i posti si liberino più facilmente e tutti possano trovare parcheggio". Con la nuova tariffazione di Milano, invece, anche chi si ferma per 10 minuti troverà conveniente occupare il posto per altri 20, con buona pace di chi continua a cercare parcheggio.
Osservazione elementare, cui l’Atm (gestore delle strisce blu milanesi) non ha fatto cenno nella risposta alle lamentele del lettore. L’azienda ha preferito invocare ragioni di "uniformità tariffaria" rispetto agli altri mezzi di pagamento (parcometro e sms). Ora, anche ammettendo che insormontabili problemi tecnici impediscano di pagare meno di 30 minuti con parcometro e sms, non si capirebbe perché all’improvviso l’uniformità sia divenuta così importante. Non è che per caso il Comune – imponendo la tariffa minima per mezz’ora – abbia tanto voluto fare cassa sulle strisce blu da voler recuperare i soldi che perde perché molti automobilisti ripartono dopo la scadenza del ticket senza pagare l’integrazine dovuta per lo sforamento?