I dati li ha forniti l’Etsc tre settimane fa e in Italia sono stati ampiamente ripresi perché Roma è risultata una delle capitali più pericolose d’Europa. Ma il rapporto dell’Etsc contiene molto altro. Fra cui il racconto dell’esperienza di Parigi, Dublino e Londra, dove le iniziative per ridurre la mortalità sulle strade urbane non sono certo mancate. I risultati sono migliorabili, ma almeno – rispetto a Roma – qualcosa da raccontare c’è. E soprattutto colpisce il caso-Parigi: nel 2007, 127 morti tra città e sobborghi, cioè il valore più basso da decenni. Eppure proprio l’anno scorso era raddoppiato il numero degli spostamenti in bici, che notoriamente sono molto più a rischio di quelli in auto (e infatti Londra non migliora in sicurezza proprio perché la bibi prende sempre più piede). Risultati favoriti anche da un "forte incremento" di multe anche per i ciclisti, oltre che per i motociclisti.
I ciclisti sono aumentati con l’istituzione del servizio di noleggio fai-da-te. Un’iniziativa non lasciata a se stessa, come accade da noi in casi analoghi: a Parigi hanno anche nominato un responsabile per rendere la vita meno difficile ai ciclisti e hanno distribuito loro una guida su come evitare errori. Parallelamente, si sta cercando di far capire ad automobilisti e motociclisti che correre in città è assolutamente inutile, perché ci sono traffico e semafori e così persino nel deserto di Ferragosto la media non va oltre i 27 chilometri orari (che diventano 16 km/h nei giorni normali). Le azioni di educazione si focalizzano anche su studenti e anziani. Infine, aumentano ancora i controlli su velocità, alcol e cinture. Da notare che non sono stati segnalati particolari interventi sulle infrastrutture.
A Dublino, invece, oltre ad educazione e controlli hanno battuto molto sulla creazione di piste protette, curando soprattutto gli incroci, arricchiti anche da passaggi pedonali migliorati. Per questo, i genitori che ancora lamentano di non poter far andare i figli da soli a scuola dichiarano che il problema non sono i rischi di incidenti, ma il timore di aggressioni da parte di immigrati. In più, è stato vietato l’ingresso in città ai mezzi pesanti (oltre le 3,5 tonnellate).