I comunicati stampa mettono il gettone e noi giornalisti suoniamo come tanti juke-box. Succede spesso. Anche quando comitati di cittadini e associazioni di consumatori denunciano gli abusi dei Comuni sui controlli automatici su strada fatti "a tradimento" con lo scopo di fare cassa più che sicurezza. Ne abbiamo parlato tante altre volte, ma ora c’è un fatto nuovo: il Tribunale di Livorno (sezione distaccata di Cecina) ha dato torto a uno dei tanti multati dai rilevatori di velocità sparsi proprio da quelle parti. A dispetto di comitati e associazioni che dichiarano alla stampa di poter fare annullare le multe. Questo vuol dire che quei Comuni, messi alla berlina da tutta la stampa col mio giornale (me compreso) in prima fila, si sono in realtà comportati bene? Tutt’altro, ma le multe restano valide. Tra le due cose non c’è contraddizione.
E’ un po’ come le polemiche sui politici (da Andreotti in giù) e la mafia: raramente le sentenze riescono a dimostrare legami, ma probabilmente tra cent’anni sui libri di storia si leggerà che questi legami c’erano. Questo perché esistono una realtà processuale e la realtà vera: la prima è fatta esclusivamente dai fatti che non solo sono accertabili senza ombra di dubbio ma sono anche rilevanti per la legge (per esempio, se un politico va al matrimonio di un boss non commette alcun reato, anche se la gente mormora), la seconda è fatta anche di cose non (o non più) accertabili e/o non giuridicamente rilevanti.
Nel caso delle multe toscane, l’automobilista aveva fatto un chilometrico ricorso al giudice di pace, che – evidentemente risentito per il disinvolto modo di operare del Comune – non solo gli aveva dato ragione, ma aveva aggiunto ulteriori (presunti) motivi di nullità della multa. Oltre agli argomenti "classici", c’erano anche gli elementi che avevano indotto anche me a giudicare gravi e quindi giornalisticamente rilevanti i casi dei Comuni toscani: il fatto che i tecnici del ministero delle Infrastrutture avessero criticato i limiti di velocità apposti su quella strada e la totale delega data dal Comune a una società privata, quando invece per legge i vigili devono almeno verificare di persone se i veicoli citati nei verbali (ai cui proprietari veniva notificata la multa) e le loro targhe corrispondono con quelli fotografati dagli apparecchi (è invece legittimo che le foto vengano sviluppate da privati e questi ricerchino per conto del Comune i dati del proprietario del veicolo).
Ora il Tribunale, cui il Comune si è appellato, ha eccepito sostanzialmente che comunque il limite di velocità è stato superato (anche perché nessuno ha dimostrato che l’apparecchio ha funzionato male) e che non esistono prove dirette del fatto che i vigili non guardassero le foto. Certo – argomenta il giudice -, il Comune aveva fatto un bando di appalto chiedendo ai privati di fornire un servizio completo anche delle cose che dovrebbero inderogabilmente fare i vigili, ma sta di fatto che i vigili hanno attestato di averle fatte loro e nessuno è riuscito a dimostrare il contrario. Certo – riprende ancora il giudice -, è strano che corpi di Polizia municipale che hanno alle dipendenze un solo agente riescano a controllare migliaia di verbali e foto in un solo giorno (la data della verifica appare dal verbale stesso), ma non è del tutto impossibile e non si può escludere che il lavoro sia stato preparato e organizzato in anticipo in modo tale che il controllo finale richiedesse solo pochissimi secondi per ciascuna immagine.
Così un cittadino vittima di una multa fatta con "disinvoltura" può dover comunque pagarla. Anche se tale disinvoltura è poi testimoniata dal fatto che in quella zona alcuni Comuni hanno corretto qualcosa dopo essere finiti sulla gogna mediatica, che quindi a qualcosa è servita.
Si vedrà come andranno i tanti altri ricorsi che pendono. Comunque questa prima sentenza mette una certa ipoteca, perlomeno sui ricorsi impostati allo stesso modo di quello appena respinto. E certo non era una sentenza imprevedibile, tanto che io ho sempre scritto che non è facile farsi annullare una multa fatta in questo modo. L’ho scritto sia per gli eccessi di velocità sia per i passaggi col rosso. Alcuni comunicati, invece…