Si parla tanto della Salerno-Reggio Calabria, ma al Sud c’è un’altra malata cronica: la Palermo-Catania. Io l’ho controllata una settimana fa e mi sono accorto che poco è cambiato rispetto a qualche anno fa: sono pochi i viadotti percorribili regolarmente e con guard-rail sicuri. In realtà, poco poteva cambiare.
Sì, perché si è sempre saputo che la parte tra l’Ennese, il Nisseno e le Madonie corre perlopiù su terreni franosi. Un po’ come la Salerno-Reggio. Tanto che anche la Palermo-Catania ha il suo viadotto ridotto a una strettoia perenne come quella dovuta alla frana del Monte Sirino a Lagonegro (Potenza): è il viadotto di Resuttano (Caltanissetta). Per risolvere il problema, a parte la manutenzione, occorrerebbe cambiare tracciato, ma chi paga? Come molte autostrade dell’estremo Sud, anche questa non può contare sulle risorse dei pedaggi, che altrove hanno reso possibili molti lavori.
Comunque, le ristrettezze finanziarie si vedono su quasi tutti i viadotti: i guard-rail sono ancora quelli degli anni Settanta, progettati per trattenere veicoli molto più leggeri di quelli attuali e spesso anche in cattive condizioni. Solo intorno a Enna sono state installate barriere più moderne (sperando che l’installazione sia stata fatta come si deve, rinforzando anche i cordoli di cemento nei quali i paletti di sostegno del guard-rail sono annegati).