Negli ultimi giorni, ci siamo accapigliati su molte cose, comprese le statistiche sugli incidenti. Bene, la prossima volta teniamo a mente questa notizia: lunedì scorso il Siap, un sindacato di polizia, ha messo nero su bianco che gli agenti delle Volanti non hanno mai frequentato corsi per rilevare i sinistri e non hanno nemmeno le (poche) attrezzature necessarie per farlo. La denuncia viene da Venezia, ma tra gli addetti ai lavori è noto che il problema c’è ovunque e non riguarda solo la Polizia. Soprattutto, si sa che le direttive ministeriali in linea di massima assegnano all’unico corpo specializzato (la Polizia stradale) le sole rilevazioni in autostrada e sulla viabilità extraurbana principale, per cui la maggior parte degli incidenti è affidata a Carabinieri e Polizie locali (i vigili urbani). Corpi dove spesso la specializzazione è affidata alla buona volontà dei singoli. La direttiva è anche giustificata: prende atto che la Stradale non solo non può arrivare dappertutto, ma ha anche problemi di organico (tanto che nel 2007 il numero di pattuglie impiegate sta diminuendo). Ma tutto questo significa che sulle cause degli incidenti è molto difficile avere dati attendibili. D’altra parte, se sulla morte di Lady Diana hanno indagato per dieci anni fior di specialisti senza venirne definitivamente a capo…
La vicenda di Venezia suggerisce anche un’altra considerazione. Se prendete l’articolo 12 del Codice della strada, scoprite che la lista dei soggetti abilitati ai “servizi di polizia stradale” (cioè sostanzialmente a dirigere il traffico, multare, segnalare anomalie della strada e – appunto – intervenire sugli incidenti) è lunghissima. Ma – come spesso accade in Italia – poi alla fine questa è solo un’abilitazione formale. Talvolta concessa solo perché ci sono esigenze molto ristrette: per esempio, il personale della Polizia penitenziaria (cioè gli agenti di custodia) si ritrova abilitato solo perché era necessario conferirgli i poteri per multare chi infrange i tanti divieti di sosta che vigono attorno alle carceri per motivi di sicurezza e per poter scortare più efficacemente i detenuti da e verso i tribunali. Ma quanto lo conosceranno davvero il Codice della strada?