Ormai è un tiro al piccione: ogni volta che il Governo o il Parlamento stanno per varare una modifica al Codice della strada, tra gli esperti dei vari corpi di polizia comincia un giro vorticoso di telefonate in cui ci si chiede quali saranno i buchi, le incongruenze e le difficoltà applicative della nuova norma. E’ andata così anche oggi, con la conversione in legge del decreto Bianchi (Dl 117/07). E pensare che, almeno stavolta, non sarebbe dovuta andare così: dapprima si pensava che il decreto, pur pieno di punti difficili da applicare (tra agosto e settembre, ne ho ricavato molti post di questo blog), non avrebbe “fatto danni” permanenti, perché sarebbe stato lasciato decadere per lasciare spazio al disegno di legge (che invece sarà discusso alla Camera solo il giorno 15). Poi si era trovato un accordo politico per convertirlo in legge ma senza modifiche (non ce ne sarebbe stato il tempo). Alla fine, a causa di un errore (così lo hanno definito gli interessati) dalla Camera la settimana scorsa, le modifiche ci sono state. E hanno complicato ulteriormente la situazione.
Il resoconto della novità, assieme a qualche commento, lo troverete sul Sole-24 Ore di domani. Qui faccio notare altre incongruenze, minori ma “divertenti”. In attesa che, nei prossimi giorni, il dibattito tra gli addetti ai lavori faccia emergere ulteriori problemi che oggi, nella fretta di tenere il conteggio delle novità, ci sono sfuggiti (succede sempre così quando il Codice della strada viene modificato in tante parti).
La prima incongruenza è il fatto che la multa di 200 euro per chi lascia il motore acceso per far funzionare il condizionatore (già di per sè difficilmente applicabile, perché presuppone una sorta di processo alle intenzioni), per come è formulata la norma, non può colpire chi fa la stessa cosa per garantirsi un po’ di riscaldamento. Eppure d’inverno i livelli d’inquinamento sono perlopiù superiori rispetto all’estate. Peraltro, esiste già una norma che vieta di sostare a motore acceso: era stata introdotta nemmeno troppo tempo fa, nel 2003.
La seconda incongruenza riguarda i divieti di somministrazione di alcolici e gli obblighi di predisporre alcol-test all’uscita nei locali in cui ci sono spettacoli o intrattenimenti. Il pensiero corre subito a discoteche e pub affollati di ragazzi più o meno bravi. E invece occorre pensare anche ad altro: fra gli intrattenimenti ci sono anche i giochi di carte o di società, per cui i nuovi divieti e obblighi – in teoria – andrebbero applicati anche ai gruppetti di anziani che si riuniscono al bar per giocare a scopa. Era proprio questo che il legislatore desiderava?