Ieri l’Aci ci ha dato una buona notizia: dopo due anni di bocciature, i cantieri stradali italiani hanno meritato un giudizio positivo da parte degli esperti dell’ente e di altri 15 Automobile club europei che partecipano al programma Euro Test sulla sicurezza delle infrastrutture. Ma non è il caso di gioire: le rilevazioni – che oltretutto segnalano il permanere di alcuni problemi come alcuni cartelli piazzati troppo vicino al pericolo che segnalano e troppo in basso per essere sempre ben visibili – sono state effettuate solo su cinque cantieri, perdipiù concentrati su autostrade del Nord e del Centro dove sono in corso importanti lavori. Nulla si dice riguardo alle strade normali. Dove la situazione continua a essere ben peggiore. Lo dimostrano i 400 chilometri che ho percorso domenica scorsa, partecipando al 2° Ecorally da Roma a Rimini.
Effettivamente, avevamo cominciato abbastanza bene, perché il primo tratto si è svolto sull’Autosole e il cantiere per il (laboriosissimo e lunghissimo) ampliamento della galleria di Nazzano è ben segnalato. Tra l’altro, ci sono i nuovi pannelli in italiano e inglese che parlano esplicitamente di “uomini al lavoro”, per far capire ai guidatori che si rischia di travolgere qualcuno (anche se poi spesso non si vede nessuno e quindi gli utenti della strada probabilmente finiranno col non crederci più) e dissuasori che indicano a ciascuno la velocità che sta tenendo. Non ho invece trovato una delle cose più lodate dagli esperti di Euro Test: una postazione autovelox permanente, che peraltro non sempre funge da deterrente perché la maggior parte delle apparecchiature in dotazione alla Polizia stradale non può essere fatta funzionare in assenza di agenti (occorrerebbe una taratura annuale dei velocimetri, ma il ministero dell’Interno non ha i fondi per farla).
Ma il vero problema è la viabilità ordinaria. Vi cito solo il caso più clamoroso che ho trovato durante l’Ecorally: alle porte di Urbino, sulla strada di Bocca Trabaria (importante perché porta in città chi proviene dall’itinerario di grande comunicazione della Flaminia, che va da Roma a Fano), sono in corso lavori di ampliamento che costringono ad abbandonare la carreggiata originaria. Ma quest’ultima non è sbarrata e ci sono solo pochi particolari (non ricordo nemmeno quali) a suggerire l’idea che la carreggiata sia chiusa al traffico. Probabilmente, se gli equipaggi dell’Ecorally fossero transitati da lì un’ora dopo (cioè col buio), più di qualcuno avrebbe rischiato di infilarsi nel tratto vietato.