Fortuna che ora c’è il decreto Bianchi, verrebbe da pensare leggendo una notizia di agenzia di poco fa. La notizia è che ieri sera la Polizia stradale ha bloccato un camionista che seminava il panico zigzagando sull’autostrada Messina-Palermo e lo ha trovato ubriaco, ritirandogli la patente, che “in base alla nuova normativa” potrebbe essergli revocata. Peccato che la revoca della patente per gli autisti dei mezzi pesanti trovati in stato di ebbrezza sia stata introdotta quattro anni fa, dallo stesso decreto legge che fece entrare in vigore la patente a punti.
Quindi, la revoca era già in vigore nel 2005, quando – stando allo stesso lancio di agenzia – il camionista bloccato ieri sera aveva avuto a che fare per la terza volta con la Stradale, sempre per questioni di alcol. Eppure fino a ieri sera era ancora alla guida, con una patente perfettamente valida, a quanto sembra. Perché la revoca non era ancora scattata?
Non ho elementi sufficienti di conoscenza sul caso specifico, ma posso fare tre ipotesi:
1. che la revoca fosse stata regolarmente applicata e che poi il camionista abbia rifatto ex-novo gli esami per ottenere una nuova patente dopo un anno (come il Codice della strada consente e continua a consentire anche dopo il decreto Bianchi);
2. che la revoca, dovendo essere disposta dalla Motorizzazione, si sia incagliata nei vari passaggi di carte tra uffici;
3. che il camionista abbia un buon avvocato, che è riuscito a ritardare la revoca con un po’ di opportuni ricorsi.
Sta di fatto che, ancora una volta, non basta raccontare alla gente che le sanzioni sono state inasprite: occorre anche applicarle.