Giovedì della settimana scorsa, al Museo delle auto della Polizia (Roma Eur), è stato presentato un saggio di Egon R. Hanus sulle auto progettate dal grande architetto tedesco Walter Gropius negli anni Trenta. Gropius è diventato famoso per essere stato un esponente di punta dell’architettura razionalista negli edifici, ma -come dimostra il saggio presentato la settimana scorsa- se la cavava egregiamente anche con le automobili. Non è stato l’unico genio polivalente della storia del design. Oggi queste figure sembrano scomparse. E lo stesso Gropius probabilmente si terrebbe alla larga dalle automobili: tra esigenze di aerodinamica e abitabilità, vincoli di costo industriale e imposizioni di legge riguardo alla sicurezza, non c’è più spazio per il talento creativo puro. Occorre una forte specializzazione. Motivo per cui starei sempre attento di fronte se mi offrissero una personalizzazione spinta della mia auto senza prima dimostrarmi che l’hanno studiata e progettata con la massima cura.
Facciamo un esempio, ispirato proprio su Gropius. Vi si racconta che l’architetto tedesco progettò una carrozzeria munita di porte apribili in entrambi i sensi (controvento e in favore di vento). Una raffinatezza resa possibile dal fatto che allora non ci si poneva troppi problemi di comportamento della scocca in caso d’urto, mentre oggi occorre dimostrare -tra le altre cose- che le portiere possono essere aperte facilmente dagli occupanti per abbandonare rapidamente l’auto incidentata o dai soccorritori.
Mi viene in mente il flop della moderna Peugeot 1007, dotata di porte elettriche scorrevoli, studiate apposta per essere aperte anche nei parcheggi più angusti. Un’ottima idea, date le croniche difficoltà di parcheggio nelle nostre città. Ma, alla prova dei fatti, per adottare portiere così sofisticate, è stato necessario avere costi elevati e un’estetica discutibile. Le due cose che hanno decretato l’insuccesso di questo innovativo modello. Tutto questo dimostra ancora una volta che non è facile per nessuno unire bellezza, economicità, innovazione e sicurezza. Nemmeno per chi fa tuning.