Dall’altro ieri è legalmente possibile raggiungere Lecce tenendo i 110 orari: l’Anas ha fatto scattare per la superstrada Bari-Brindisi la classificazione di “strada extraurbana principale”, che consente tale velocità. La novità fa seguito alla classificazione del tratto Brindisi-Lecce, avvenuta lo scorso gennaio. E copre un buco che relegava due intere province alla lentezza degli spostamenti in auto, nonostante la presenza di strade larghe e dritte.
Bisognerà però verificare nel concreto i risultati dei 110 all’ora, perché non appare facile far rispettare le regole che essi portano automaticamente con sé e perché come sempre un innalzamento del limite di velocità viene percepito (e accolto) da molti come un invito a trasgredire tutto il trasgredibile.
Infine, va ricordato che le altre superstrade pugliesi (Bari-Barletta, Taranto-Brindisi, Taranto-Metaponto, Lecce-Gallipoli e Lecce-Maglie) per ora restano a 90 all’ora e che c’è un’intera regione costretta a 90 all’ora nonostante abbia molte superstrade: è la Sardegna.
La classificazione come strada extraurbana principale comporta non solo l’innalzamento a 110 della velocità consentita, ma anche il divieto di circolazione per pedoni e veicoli lenti (come in autostrada). Ma in zona non è raro vedere motorini sulla superstrada, nonostante non manchino le complanari, fatte apposta per garantire la separazione del traffico lento da quello veloce. Queste abitudini non saranno facili da cambiare: i cartelli che indicano la classificazione di strada extraurbana principale non ci sono in tutti i (numerosissimi) svincoli e solo pochi ne conoscono il significato e i divieti di circolazione che essi comportano automaticamente.
Ci sono poi alcuni punti del tracciato che restano pericolosi, in particolar modo vicino alla località turistica di Polignano a Mare (Bari). Prima di tutto, c’è da segnalare il passaggio della superstrada sopra la ferrovia Bari-Lecce, con un ponte non ben allineato al resto della sede stradale: un problema frutto degli infiniti contenziosi che sorsero tra gli anni Ottante e i Novanta, quando erano in corso progetti e lavori per ammodernare la vecchia statale. Inoltre, sulla carreggiata nord c’è ancora l’accesso a una proprietà laterale, che -almeno in apparenza- non è stato chiuso e quindi crea un pericolo (tanto che sulle extraurbane principali gli accessi non sono ammessi: occorre concentrarli su eventuali complanari).