Se siete tra i pochi che si ricordano che la riforma Madia (quella della pubblica amministrazione) contiene anche l’abolizione del Pra e vi state chiedendo che cosa succederà ora che la Corte costituzionale ha stroncato varie parti della riforma, siete fuori strada. La risposta non dovete cercarla nelle sentenze, ma nella cronaca spicciola. In quella sportiva, addirittura: l’Aci (che gestisce il Pra) ha messo la firma sul contratto che conferma il Gran premio d’Italia di Formula 1 nel “suo” autodromo di Monza ACI – Ecco la firma per il rinnovo F1 a Monza. Che c’entrano le due cose?
Il fatto è che già con la manovra finanziaria di un anno fa il Governo, dopo aver sbandierato la propria capacità di abolire il Pra, ha implicitamente fatto retromarcia, autorizzando l’Aci a usare ricavi che gli vengono dalla gestione del Pra per saziare gli appetiti di Bernie Ecclestone, che in sostanza minacciava di far saltare la tappa italiana del Mondiale se il nostro Paese non si fosse svenato. Per il Governo sarebbe stata una figuraccia ben peggiore della retromarcia sul Pra: si sa quanto la gente si fa coinvolgere quando ci sono di mezzo le passioni sportive.
Solo che la riforma Madia continua a prevedere l’abolizione del Pra: questa parte non è stata smontata dalla Consulta. E allora si farà all’italiana: l’attesa norma di attuazione abolirà nominalmente il Pra, ma lasciando sostanzialmente tutto com’è. Dunque, dovremmo avere sì un documento unico al posto di carta di circolazione e certificato di proprietà, ma tutti i passaggi burocratici che ci sono dietro non saranno di fatto toccati.