Tre furti di rame in tre mesi, con altrettanti black out. L'ultimo, giovedì scorso. Oltre all'organico risicato, la Motorizzazione di Torino (che per certe operazioni serve anche Cuneo, ) deve fare i conti anche con questo. E, nonostante questo, ha funzionato: un cavo e un generatore per far funzionare lo stesso i computer necessari a tenere gli esami patente, il Cmr (camion-officina che di solito fa le controlli ai mezzi pesanti su strada) a revisionare i veicoli, altri dipendenti che tenevano aperti gli sportelli facendo pratiche a mano. A dimostrazione che non sono tutti fannulloni e che basta rimboccarsi le maniche e tante cose si possono fare.
Ma ci sono cose che diventano impossibili quando mancano i soldi. Per esempio, stampare le targhe: ci risiamo con la penuria, tanto che a Bari, Bergamo, Brescia, Como e Treviso le scorte sono ai minimi termini e si rischia il blocco delle immatricolazioni, come denuncia l'Unasca ( Download Targhe finite_290414). Non è la prima volta che accade e storicamente è successo pure per patenti e carte di circolazione. Il motivo è sempre lo stesso: nonostante siano cose che l'utente paga cash, i proventi sono incamerati dal Tesoro, che li usa per le esigenze di cassa più disparate.
Sono dinamiche su cui difficilmente potrà influire l'accorpamento Motorizzazione-Pra di cui tanto si parla queste settimane in cui è tornata alla ribalta la spending review: le logiche della contabilità di Stato seguono strade diverse. Altro effetto avrebbe avuto la creazione di un'agenzia di cui si parlò in occasione di un'altra spending review (più parlata che agita): quella del 2012, by Mario Monti ed Enrico Bondi.