Il bus ribaltato sull’Autosole e i passeggeri fiondati. Avrebbero dovuto avere le cinture. E l’airbag non c’è ancora

Un testo di una cinquantina di righe (tremila battute di Word, spazi inclusi), due foto, un titolone. Basta questo per riempire mezza pagina di giornale con una sola notizia, dandole risalto. E questo ogni giorno succede. Ma si riesce davvero a fare informazione? Spesso no. Soprattutto in cronaca, le notizie sono sempre uguali a se stesse e basta avere alle spalle pochi anni di lettura per accorgersene. Così oggi l'apertura di pagina 24 del "Corriere della Sera" è importante e ineccepibile dal punto di vista grafico, ha un titolone accattivante ("Si ribalta sull'Autosole, terrore sul bus dei pendolari"), ma alla fine dà conto di un incidente con "appena" due feriti gravi che ha bloccato l'autostrada più importante d'Italia per un'oretta. Che volete che sia? E infatti "La Repubblica" alla stessa notizia dedica appena un trafiletto.

Dare tanta enfasi a questo incidente avrebbe avuto senso se si fosse dato conto del vero bubbone che c'è sotto: il fatto che nessuno usa le cinture sugli autobus, nonostante da cinque anni siano diventate obbligatorie anche su questi veicoli. Eppure l'occasione per parlarne c'era tutta: lo stesso articolo del Corriere contiene un formidabile assist perché riporta il racconto di un giovane passeggero ferito che è assolutamente illuminante.


Il ragazzo, giornalisticamente interessante perché figlio del prefetto di Grosseto, ha infatti detto che altri due passeggeri "come una fionda mi sono piombati addosso: ho preso una bella testata, mi sono ferito e vedevo sangue ovunque". Se l'occupante di un veicolo viene fiondato addosso a un altro, è perché non è allacciato e purtroppo non sempre le conseguenze si limitano a una bella testata con un po' di sangue sparso. Per esempio, l'impatto può facilmente essere più violento o si può venire sbalzati fuori. Ci si può beccare addosso pure un bel valigione rigido, che può sfondare un cranio. Solo in alcuni di questi casi (sbalzamento o comunque impatto contro le ampie superfici vetrate) è determinante l'airbag a tendina che una piccola e intraprendente azienda italiana ha brevettato (Scarica TUTTOTRASPORTI   Visualizza questa foto) e comunque ci vorrà ancora tempo per vederlo su tanti bus. Vogliamo spiegarlo tutto questo?

Spiegarlo è fondamentale, perché queste cose la gente non le capisce da sola: nell'immaginario popolare, i bus sono grandi e grossi, quindi chi vi viaggia sopra va sicuro e basta. Il problema era ben chiaro anche alla Ue quando – nel 2003 – si è fatta la direttiva che imponeva montaggio e uso delle cinture anche sui bus. Tanto che la direttiva ha previsto di informare i passeggeri come se si fosse in aereo: con audiovisivi o con un briefing di sicurezza prima della partenza. Non lo si fa perché poi la direttiva stessa lasciava una scappatoia che naturalmente hanno scelto tutti: mettere a bordo qualche targhetta che invita ad allacciarsi e che, per forza di cose, ha lo stesso valore che per i trent'anni prima della legge Sirchia ha avuto il "vietato fumare".

Dunque, occorre fare qualcosa per comunicare meglio l'obbligo di cinture sugli autobus e la sua utilità. Nel caso dell'incidente di ieri, si è persa una buona occasione.