Autovelox fissi in città senza bisogno nemmeno dell'autorizzazione prefettizia. Secondo il sito Oneauto è possibile (http://www.oneauto.it/06/12/2010/autovelox-ecco-quando-sono-regolari-per-il-codice-della-strada/). Una bufala che, per lo spaesato cittadino che la legge, aumenta la confusione dovuta alla giungla di regole affastellatesi negli ultimi otto-nove anni, nella quale non poteva mancare il contributo della riforma del Codice.
Chiariamo allora che dal 2002 (legge 168) in ambito urbano sono possibili controlli fissi automatici solo sui viali a doppia carreggiata che hanno incroci solo semaforizzati e dove è vietata la sosta: soo le strade che possono essere classificate come "urbane di scorrimento". In ogni caso, ci vuole l'autorizzazione del prefetto. Su tutte le altre strade di un centro abitato, i controlli si possono fare solo con la presenza della pattuglia. Quindi, si potranno anche piazzare box con dentro rilevatori di velocità, mi li si può utilizzare solo se accanto ci sono gli agenti.
Questo è il principale tallone di Achille di un progetto per il resto interessante, Speed check. Si tratta di un sistema di dissuasione basato su una sequenza di vari box arancioni ben visibili posti perlopiù a qualche decina di metri l'uno dall'altro. Solitamente, solo uno di questi box contiene un apparecchio, ma non è possibile sapere quale (anche perché gli oblò dei box sono oscurati). Conto di dirvi presto se il materiale che copre gli oblò è stato testato come compatibile con i rilevatori (e con quali rilevatori).
Disseminare questi box è un'alternativa un po' "inquinante" dal punto di vista visivo ma potenzialmente efficace al Tutor, perché ne persegue lo stesso scopo: assicurare che i guidatori vadano piano su un tratto di una certa estensione, evitando che rallentino solo in corrispondenza dell'unica postazione presente normalmente e riaccelerino subito dopo. Questi box sono indicati proprio per contesti urbani o comunque di strade con molti incroci, dove diventa difficile utilizzare il Tutor perché molti entrano ed escono in questi incroci, rendendo impossibile misurare la media su un tratto sufficientemente lungo come fa appunto il sistema presente sulle autostrade.
So che in alcuni comuni c'è stata una sperimentazione positiva, salvo qualche problema di comunicazione: nel Veronese qualcuno ha ingenuamente creduto che tutti e sette i box presenti su un tratto di un chilometro e mezzo e ha accusato il Comune di voler fare cassa. Senza porsi il problema di contare quanto costano sette apparecchi e quanto poco si potrebbe incassare, visto che non c'è modo di accelerare tra un box e l'altro.