#Appalti – Se denunci il malaffare non trovi più lavoro. E il ministro nemmeno ti riceve

Chi ha la passione (o la pazienza) per leggere le cronache politiche ci trova dentro tutto e il suo contrario. Anche a distanza di poche ore. Ma un protagonista che gode quasi sempre di buona stampa è Graziano Delrio, che Matteo Renzi ha preso da Reggio Emilia prima per portarlo con sé a Palazzo Chigi e poi “dirottarlo” a Porta Pia come ministro delle Infrastrutture e dei trasporti dopo lo scandalo-Rolex di Maurizio Lupi. L’immagine di Delrio è tanto buona anche perché in giro si dice che abbia perso il controllo del suo ministero, a favore delle tante cordate di potere che storicamente vi girano attorno. Così viene anche bene far girare il nome di Delrio tra quelli di possibili candidati premier, com’è successo di recente. Ma nessuno è perfetto.

Così sabato scorso “Il Giornale” ha tirato fuori la storia del chiacchierato compagno di una fidata collaboratrice del ministro che è riuscito ad avere un contratto niente male in ambito Anas, società pubblica che sostanzialmente “dipende” da Delrio. Una storia non smentita, che si aggiunge a qualche critica su presenze di troppo a gemellaggi Emilia-Calabria da sindaco di Reggio, dove la ‘ndrangheta (in particolare quella di Cutro, nel Crotonese) ha messo nell’ultimo decennio preoccupanti radici.

Tutto questo ha gettato ancora una volta nello sconforto una persona alla quale le infiltrazioni della criminalità organizzata nei lavori pubblici hanno cambiato la vita: Gennaro Ciliberto nei lavori pubblici ci lavorava, ha denunciato non solo il malaffare, ma anche i crolli (avvenuti e potenziali) delle strutture messe in piedi dalle imprese inquinate. Per tutto questo, Ciliberto è diventato un testimone di giustizia. Dunque, vive con la scorta, lontano da casa sua. E, a causa della sua scelta, non troverà mai più un posto nei lavori pubblici: meglio tenersi chi vede e non denuncia.

Qui, sotto la pagina del Giornale che parla dell’ultimo caso, le parole con cui Ciliberto si rivolge a Delrio.

 

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Dopo aver denunciato anomalie costruttive e infiltrazioni della camorra in appalti pubblici autostradali mi sono meritato l’esilio e l’esclusione dal mondo del lavoro nelle grandi opere. Dopo aver inoltrato varie domande di lavoro, mi sono visto rispondere: ‘Ma lei e quello dei ponti dell’autostrada? Quello delle denunce?’ Quasi come se il colpevole dei crolli e della corruzione fossi io.

Da circa un anno chiedo un incontro con il ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio. Ma nulla.

Un dato è certo: nella pubblica amministrazione e nei lavori pubblici nessuno vuole Ciliberto. Proppo pericoloso o forse altro?

Nemmeno l’Anac ha risposto alle mie istanze .

E dire che lavorerei anche a titolo gratuito.

C’è una legge che prevede l’assunzione dei testimoni di giustizia. Ma resta ferma tra la burocrazia e l’inefficacia.

Purtroppo, non essendo né amico dei politici né marito di qualche segretaria o di qualche mafioso, resterò disoccupato a vita.

Che brutto esempio, ministro Delrio, diamo al popolo italiano.

  • Paoblog |

    Non mi stupisco quasi di niente, ormai; d’altro canto siamo in un paese dove anche un fornitore che chiede i suoi soldi finisce sulla Lista nera del Gruppo romano (che peraltro alla fine è fallito)…
    Vedi: https://paoblog.net/2016/01/26/lavoro-113/

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