Tariffa unica nazionale Rc auto? Forse si potrà con la scatola nera

D'accordo, il muro dei tecnicismi è ancora alto. Così, ai napoletani che non hanno mai causato un incidente e perciò chiedono tariffe Rc auto non da strozzo come oggi ma in linea con quelle (comunque non basse) fissate per chi sta nelle stesse condizioni nel resto d'Italia, le compagnie e i tecnici continuano a rispondere che non si può: la scienza assicurativa prevede che i rischi vengano "prezzati" anche in base alla variabile territoriale. Così sono falliti due blitz legislativi per introdurre la tariffa unica nazionale per chi è in prima classe di bonus malus. Però il muro inizia a mostrare (a chi sa vederle) le prime crepe. Che derivano dai colpi (un po' più visibili) assestati dalla realtà, quella fatta di crisi, necessità e furbizia.

Accade infatti da anni che si simuli una residenza in una zona più favorevole. Parliamo, per esempio, di residenti a Napoli che lavorano a Roma e fruiscono delle tariffe della capitale perché qualche agente assicurativo chiude gli occhi (non credo nemmeno con intenti truffaldini, forse c'è anche un senso di equità). Oppure parliamo di noleggiatori campani che aprono sedi secondarie nel vicino e tranquillo Molise, anche se la loro attività reale continua a svolgersi nella regione d'origine. Fin qui possono anche (ma non sempre) essere solo piccole furbizie. Ci sono poi le intestazioni fittizie che invece portano verso il mondo della cirminalità.

Sono scappatoie che sarebbe meglio legalizzare appieno. Non solo perché concettualmente appare strano che un bene che per sua natura si sposta (un veicolo serve appunto a questo) sia assicurato su base territoriale. Ma anche perché queste scappatoie spesso non di rado sono praticate anche da furbi, che causano o simulano incidenti e quindi vanno a gravare sui conti delle province in cui "emigrano". Dunque, negli esempi fatti sopra, romani e molisani pagano anche per loro. Se venissero abbattute definitivamente le barriere territoriali, questo "prezzo della furbizia" verrebbe quantomeno spalmato su tutti noi "contribuenti" e l'aggravio pro-capite sarebbe ben minore.

Ora comunque la novità è le compagnie si preparano ad abbattere il muro della territorialità. Se leggete con attenzione l'ampio, leggero e chiaro dossier divulgativo dell'Ania sulla scatola nera (Download Ania Dossier-Scatole-nere_Italia-leader-al-mondo), vi accorgete che a un certo punto si parla di questo dispositivo come un elemento "di pricing". Segue un'altrettanto chiara spiegazione di come i dati registrati dalla scatola nera possono essere impiegati (nel rispetto della privacy) per determinare una tariffa personalizzata sullo stile di guida (intensità di accelerazioni e frenate, per esempio) e sull'utilizzo effettivo del veicolo (quanti chilometri, su quali tipi di strada).

Vi rendete conto da soli che, per esempio, un napoletano che viaggia quasi solo in autostrada e magari anche in varie regioni è molto meno a rischio di un milanese che si muove esclusivamente in città, magari nelle ore di punta. Di qui una possibile rivoluzione tariffaria, slegata dalla territorialità e legata ai dati della scatola nera, quando c'è a bordo (e a questo punto chi vuole abbandonare la territorialità deve abbandonare ogni riserva sulla scatola stessa).

Precisiamo però che l'abbattimento della territorialità sarebbe solo un effetto collaterale. L'obiettivo principale delle compagnie è superare il meccanismo delle classi bonus-malus, reo anche di far passare per virtuose anche persone che finora non hanno causato incidenti solo per mera fortuna. Sarebbe una sorta di rating preventivo basato non più (o non più solo) su quello che i tecnici e i manager chiamano "sinistrosità pregressa", ma anche su come uno guida.

Non saremmo ancora nel più equo dei mondi. Per esempio, ne sarebbe penalizzato chi circola in zone poco dotate di autostrade o superstrade a doppia carreggiata oppure in montagna: il suo stile di guida avrà necessariamente più accelerazioni forti rispetto agli altri. Oppure ci rimettono i piloti esperti che frenano forte e breve prima di entrare in una curva: vallo a spiegare alla scatola nera e all'assicurazione che una frenata così non è necessariamente un indice di aggressività, ma il modo per aumentare l'aderenza e la direzionalità del veicolo nella delicata fase di inserimento in curva.

Ma tant'è. I guidatori sono decine di milioni e l'Italia è grande e varia. Impossibile definire parametri univoci che inquadrino perfettamente ciascuno di loro.

  • Maurizio Caprino |

    Perché, è una cosa precisa scrivere che la Bersani ha demolito l’attestato di rischio, come se tutti avessero una famiglia? E i patrocinatori hanno sede solo a Napoli? I carrozzieri che sono scesi in piazza contro il risarcimento in forma specifica erano solo napoletani? Invece e’ verissimo che si bollano come ragazzate cose gravi: basta pensare che molte compagnie offrono la rinuncia alla rivalsa in caso di guida in stato di ebbrezza.

  • gianfranco noe |

    Ma su questi argomenti è possibile solo scrivere cose generiche e imprecise?? L attestato di rischio è stato demolito dq bersani; il valore predittivo dello stile di guida delle black box è ancora da dimostrare in relazione ai diversi tipi di veicoli; la filiera dell imbroglio presente in campania è ben nota chiunque lavori nel settore…. insomma dire la cose come stanno è proprio impossibile.E poi si bollano come ragazzate comportamenti che sono veri e propri reati e che alterano tutti gli equilibri a sfavore degli onesti.

  • ilprincipebrutto |

    Buongiorno Maurizio,
    >>…l’Italia è grande e varia. Impossibile definire parametri univoci che inquadrino perfettamente ciascuno di loro.
    .
    come pensare quindi che abbia senso una tariffa unica a livello nazionale?
    .
    sicuri si diventa, Ride Safe.

  • peofsz1600 |

    Se fosse possibile, e dubito fortemente, tracciare dalle rilevazioni della scatola nera uno stile di guida distratto, forse si avrebbe un minimo bilanciamento dello svantaggio che avrebbero i piloti esperti.
    In ogni caso sembra che il dispositivo porti ad una standardizzazione verso il basso della competenza di guida.
    Come riuscirebbe, poi, una scatola nera a tracciare la perdita di efficienza meccanica dovuta a usura di pneumatici, ammortizzatori, boccole delle sospensioni, testine dello sterzo?
    Alla fine, l’unico dato veramente oggettivo è il numero degli incidenti. Indipendentemente dallo stile di guida e dalle condizioni del veicolo.

  • Luigi |

    Ma adesso uno è colpevole se abita in zone lontane da autostrade o tangenziali?…intensità delle accelerazioni, delle frenate…ma è pazzia. L’Italia è fallita, economicamente e culturalmente.

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