Piccole infrazioni finiscono davanti al gIudice. Storie di aspiranti Fantozzi che perdono le staffe

Un rispettabile commercialista beccato mentre supera una fila al semaforo e un 64enne tanto sfortunato da sbagliare una retromarcia e abbattere un segnale proprio mentre passa una pattuglia. Quisquilie al limite del fantozziano in una provincia tranquilla come il Biellese, se non fosse che entrambi hanno perso la calma e sono fuggiti non si capisce bene verso dove, visto che non sono malviventi di professione e sono bastati brevi inseguimenti per fermarli. E' così che da un episodio minimo si finisce davanti al giudice. magari la fedina penale non si sporca, ma di certo arrivano sanzioni di centinaia di euro superiori a quelle che la semplice infrazione stradale commessa avrebbe comportato.

Senza contare che farsi inseguire mette in allarme gli agenti. E, nella concitazione, ci può scappare un incidente stradale o un colpo di pistola.

Dunque, ricordiamolo: chi sbaglia non deve vergognarsene né perdere le staffe. Si paga il dovuto e si va via, in pace con tutto. Certo, si può anche incontrare un agente scorbutico, ma a quel punto si passa dalla parte della ragione e, agendo con calma, lo si dissuaderà. Oppure gli si farà commettere un errore che costerà qualcosa a lui.

  • Paoblog |

    Secondo me dall’articolo traspare il comportamento raccontato a suo tempo da Michele Serra, circa l’incapacità di assumersi le proprie responsabilità; aggiungerei poi il fatto che ci siano troppi che quando sono in auto “danno fuori di testa”.
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    Vedi: http://paoblog.net/2013/10/15/persone-societa-7/ + http://paoblog.net/2011/05/11/troppi-pazzi-nelle-auto/

  • Alessandro Cappelli |

    Andrebbe sottolineata l’evidenza che questi piccoli fatti denunciano. Molti non si sentono ormai responsabili di niente. Il solo fatto che per un qualche vago motivo si possa essere considerati responsabili pare inconcepibile ad un numero che forse è sempre maggiore di italiani. Dalla convivenza civile e dall’Europa ci allontaniamo sempre di più, sopratutto quando abbiamo a che fare con i beni pubblici (che si tratti di beni materiali o immateriali come le regole per uno svolgimento composto e misurato di alcuni aspetti della vita quotidiana quale, per esempio, è la circolazione stradale).

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