Se l’imbrattatore prende applausi anche dall’Anas

Clet Abraham ha colpito ancora. L'artista francese che dipinge sui segnali stradali delle città modificandone la grafica non ha ancora capito che così disorienta i guidatori. Ma quel che è peggio è che i gestori delle strade colpite da Abraham gli permettono di farlo e che i media la prendono alla leggera. Così ci tocca leggere un articolo di apprezzamento (anche se sommessamente si precisa che la sua attività è illegale) persino sul giornale telematico dell'Anas.

Ora, fa già impressione che su questa faccenda è scivolata persino Quattroruote, rivista che mantiene bene o male una sua autorevolezza nel terremotato mondo della stampa specializzata. Ma è del tutto inaccettabile che all'Anas non sentano il bisogno di riaffermare che la segnaletica è sacra e va tenuta in condizioni perfette, non fatta taroccare dal primo che passa.

D'altra parte, proprio all'Anas hanno usato i pannelli a messaggio variabile del Gra per pubblicizzare il documentario Sacro Gra. Una conferma che su certe cose che distraggono i guidatori il primo a distrarsi è chi dovrebbe curare che sia tutto a posto. Però questo non passa come superficialità. Passa come amore per la cultura…

  • Paoblog |

    Il bello è che, come mi segnala un amico, le opere di Clet, alle fiere d’arte contemporanea, li vendono a circa 1000 euro l’uno.

  • Oriele |

    L’Anas ha rimosso l’articolo linkato nel testo del dott. Caprino sui cartelli imbrattati del giornale telematico aziendale. Sono volate telefonate rabbiose tra vertici della società delle strade…

  • antonio |

    La verità è che Anas non investe nel personale qualificandolo nel settore della segnaletica stradale. Non ha esperti in materia! Hanno anche un centro di formazione professionale… Il risultato sono: i PMV usati per pubblicizzare SOS Mare o il Leone d’Oro sul GRA, l’apprezzamento dei writer, ecc.. Roba da matti! Meglio che Anas torni a gestire i cantonieri su strada ed a fare i lavori di manutenzione tralasciando la comunicazione a esperti della materia.

  • Ele |

    Questa storia dei pannelli con il messaggio su un premio ad un film è davvero assurda. L’utilizzo di beni e servizi pubblici -pannelli Anas- a fine di lucro privato -pubblicità a un prodotto commerciale- è un reato. Per non parlare della mancanza di buon senso e di logica della sicurezza stradale. Se proprio non parte alcun audit interno, che almeno indagasse la Corte dei Conti…

  • Gennaro |

    Il merito è tutto del Direttore Relazioni Esterne dell’Anas, l’ex portaborse di Bettino Craxi, Beppe Scanni. È sua l’idea di pubblicizzare il film (con un beneficio commerciale a costo zero per i produttori del film, grazie ad uno strumento (pannelli a messaggio variabile) che dovrebbero informare su sicurezza e viabilità. E invece Anas li ha usati per fare uno spot!
    Sapete perché? Lo ha raccontato il presidente Anas Pietro Ciucci davanti a 200 dirigenti Anas la scorsa settiamana a Roma: in tempi non sospetti la produzione de “Il Sacro Gra” era andata a chiedere finanziamento all’Anas. Pietro Ciucci ha chiesto un parere tecnico al suo Direttore Scanni (che non ha mai diretto alcun ufficio stampa o ufficio relazioni esterne, nominato in Anas da suo parente Vincenzo Pozzi, predecessore di Ciucci).
    Scanni, dall’alto della sua esperienza (di Partito, il Psi) ha detto a Ciucci “Presidente sono degli straccioni, poveracci, non andranno da nessuna parte”.
    Peccato che però vinsero il Leone d’Oro!
    Scanni così per riparare ha avviato una campagna Anas di autocelebrazione del Raccordo spacciando per loro un successo su cui non ha creduto…
    (E duecento dirigenti, sentendo Ciucci, si sono sbellicati dalle risate, davanti a Scanni nero di rabbia e vergogna, che simulava sorrisi)

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