I ragazzini senza cinture allacciate e il Tutor: storia di una morte

Il Tutor era lì a fare da spauracchio, come al solito. E come dicono le statistiche: ormai sull'A14 da Pescara a Bari si registra poco più di un'infrazione ogni ora. Eppure ieri sera Matteo è morto, a 12 anni. E la sua amica Noemi è grave in rianimazione. Il tutto per una sbandata dell'auto su cui viaggiavano, guidata dal papà di Matteo che non si è fatto quasi nulla. La vettura ha poi urtato altre due vetture e anche su queste nessuno si è fatto nulla. Dunque Matteo e la sua amica sono stati terribilmente sfortunati, si direbbe. Secondo le statistiche, poi, Matteo sarà classificato come vittima della velocità, alla faccia del Tutor e dell'evidenza; così andrà a ingrossare la schiera dei morti che giustifica ogni crociata antivelocità e distoglie le energie da altre iniziative meritorie come ficcare il naso tra i difetti dei veicoli ("la gente muore soprattutto per errori umani, non ha senso spendere soldi pubblici sul fronte dei veicoli", mi confessò anni fa un alto dirigente dell'epoca).

E invece no. Perché – dicono le cronache di stamattina – l'auto su cui viaggiavano Matteo e l'amica non è mica andata a sbattere con la parte dove loro erano seduti: semplicemente, loro sono stati sbalzati fuori. Anche se i giornali si sono ben guardati dal riportarlo, questo è segno che le cinture o non erano allacciate o erano mal posizionate o erano in condizioni pessime.


Senza voler salire in cattedra su questo caso dolorosissimo e ancora troppo fresco, l'esperienza dice che in generale, delle tre ipotesi, la più probabile è la prima: la gente tiene i figli allacciati (e nemmeno tanto bene) solo quando sono tanto piccoli che non possono stare con la schiena eretta e quindi è materialmente impossibile abbandonarli a scorrazzare sul sedile posteriore come poi accade quando crescono un pochino. Chi lo fa ci pensi.

Paradossalmente, l'incidente di ieri sera sarà probabilmente addebitato alla velocità: se c'è una sbandata, vuol dire che c'è stata una perdita di controllo del veicolo e quindi si ricade nell'ambito dell'articolo 141 del Codice della strada, che viene riassunto con la definizione  "velocità non commisurata". Tanto che tra gli addetti ai lavori si dice sempre che "un 141 non si nega a nessuno". Ma di sicuro il tratto della A14 del nord barese non ha una sola curva in cui si può sbandare per l'eccessiva velocità (salvo avere un veicolo che supera abbondantemente i 200 all'ora e non pare essere il caso di ieri sera). Quindi la sbandata può essere dovuta ad altro. Certo, può anche essere per la velocità non commisurata a un imprevisto (per esempio, un improvviso scarto di chi procedeva davanti). Ma chi può stabilire che quella sbandata non fosse dovuta alla distrazione, al telefonino, alla stanchezza di ore di viaggio fra traffico, cantieri e Tutor?

  • andrea105 |

    allaccio la cintura di sicurezza fin dal 1972 (ne avevo fatto montare una “a due punti di attacco” sulla FIAT 127 di mia madre -la cintura non si riavvolgeva automaticamente, sembra preistoria-) e poi costantemente dal 1982 (sulla prima auto nuova, con cinture “a tre punti di attacco”);
    volevo sapere se statisticamente negli incidenti in cui il passeggero “vola fuori” dall’abitacolo, la cintura non era allacciata,
    oppure se sono numerosi i casi in cui il passeggero scivola sotto/fuori dalla cintura
    [Risponde Maurizio Caprino] Le cronache parlano spesso di passeggeri posteriori sbalzati e, considerando quello che ognuno ben vede per strada (passeggeri posteriori mai allacciati), il motivo di trova da sé. D’altra parte, dalla prima Opel Astra (1991), oggi praticamente tutte le vetture hanno cinture progettate contro il submarining (e infatti alcuni lamentano la scomodità).

  • Paoblog |

    Dopo aver pubblicato il suo articolo sul Blog, cercavo qualche post da citare neggli articoli correlati e mi è saltato fuori quello scritto a fine giugno: “Ormai di post sulla (in)sicurezza dei bambini in auto, con la colpevole complicità dei genitori, ne ho scritti tanti ed altrettanti li ho pescati dal Blog di Maurizio Caprino, tuttavia continuo a non capire certi atteggiamenti. Tempo fa, pensavo di aver toccato il massimo della stupidità, con l’episodio raccontato qui (http://paoblog.wordpress.com/2010/04/14/noi-parliamo-di-sicurezza-stradale/), ma nei giorni scorsi sono riuscito a vedere di peggio….(http://paoblog.wordpress.com/2011/06/30/seggiolino-bambini/)”
    °
    In sintesi così come è vero che “al peggio non c’è fine” è altrettando vero che “non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire”
    °
    Non voglio parlare per frasi fatte e luoghi (tristemente) comuni, tuttavia questa è la situazione sulle strade, grazie ad un lassismo perenne (vuoi per mancanza di fondi, ma anche per scarsa attenzione alle infrazioni più duffuse,ma proprio per questo pericolose, dato che innescano “l’abitudine”) e per una colpevole ignoranza degli automobilisti.
    °
    Automobilisti che sono anche genitori, che non proteggono i loro figli (ed è più facile farlo allacciando una cintura che cercando di vigilare sui tanti pericoli della vita) e, nel contempo, gettano la basi di una diseducazione autobilistica. I bambini di oggi saranno i guidatori di domani e l’esempio conta (Vedi: http://paoblog.wordpress.com/2011/05/30/autostrada-corsia/)

  • GoldWing98 |

    Ottime riflessioni. Probabilmente sarà considerato un’altra vittima della velocità.
    E così, statistiche fasulle, politici demagoghi, giornalisti impreparati, popolo ignorante, continueranno a dire che la principale causa degli incidenti è la velocità.
    Quando la causa principale è la distrazione e il non rispetto delle elementari norme di sicurezza (come allacciare le cinture).
    E avremo un altro morto inutile.

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